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Le Chiese di Badolato

Chiesa del convento di san Domenico (1566)


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Descrizione

Dedicata alla Madonna del Soccorso, la Chiesa di San Domenico era nel XVII secolo un Monastero, gestito dai frati domenicani. Infatti tra la popolazione badolatesi, la Chiesa di San Domenico è conosciuta come “U monasteru”!

Un tempo, quando Badolato fu soggetta alle invasioni straniere o ai saccheggi, le Chiese diventarono un mezzo di comunicazione, servendosi dei rintocchi degli alti campanili. Proprio per la sua posizione, le prime a dare l’allarme erano le campane della Chiesa dell’Immacolata che comunicavano l’arrivo dei nemici alla Chiesa del SS. Salvatore, la quale balzava la notizia ai frati domenicani della Chiesa del San Domenicano, i quali avvisavano i frati francescani del Convento degli Angeli.

La Chiesa di San Domenico venne ricostruita in due tempi a causa dei due terremoti (1738-1783) che provocarono dolore anche tra la popolazione. Il materiale utilizzato fu il granito locale, che servì alla costruzione dell’interna chiesa, tranne la facciata che rimase inalterata. Uno degli artisti fu Scappellini Serrese.

Dal suo interno si nota la magnificenza, la grandiosità e la propensione verso l’alto dell’architettura la quale si poggia su un pavimento caratterizzato da mattonelle chiare e scure. La particolarità del loro colore da rilievo alla discordanza tra il bene e il male.

L’unica navata porta all’altare, posto in fondo alla chiesa. L’altare, ricostruito nel 1700, è in marmo policromi, mentre gli altri due, posti ai lati della navata sono: uno in gesso e l’altro in marmo.

Dietro l’altare, nell’abside della chiesa è posto un affreso, che si presume sia di uno dei discepoli di Francesco Cozza. Tale affresco raffigura l’incontro della Madonna e dell’Arcangelo S. Michele, i quale ha appena vinto la battaglia contro il diavolo. Questo si capisce non solo dal gesto dell’Angelo di riporre la sua spada nella fodera, ma anche dai due angeli che stanno mettendo la corona sul capo della Madonna. Sull’elmo dell’Arcangelo Michele è stato disegnato una testa del leone e il corpo di una scimmia e nei calzari vi è la testa di un uccello notturno. La seconda opera di grande importanza è dedicata alla Madonna del Rosario, che è stata dipinta da S. Colloca. Quest’opera si trova sopra l’altare di destra; inoltre è posta tra quattro colonne, che reggono una piccola trabeazione, sulla quale due angeli tengono un drappo ad ossequiare la Madonna.
Il quadro raffigura la Madonna, che dà la coroncina del rosario a San Domenico, mentre Gesù Bambino, che è sulle sue ginocchia, sta dando un’altra coroncina a Santa Caterina. I due Santi simboleggiano le due Confraternite: quella della chiesa di San Domenico e quella della chiesa di Santa Caterina.
Intorno al quadro, sono stati disegnate le scene dei tre misteri: in alto, vi sono i misteri gloriosi, a sinistra i misteri gaudiosi, e infine a destra i misteri dolorosi. La leggenda narra che la Madonna abbia aiutato a far vincere la battaglia di Lepanto contro i Turchi.

Vi sono altri affreschi nella suddetta chiesa e sono tutti riconducibili ad uno stesso artista, ovvero a Guglielmo Borrenaus.

Ai confratelli della Chiesa di San Domenico, viene dato un arduo compito, quello di organizzare “A Cumprunta”, ovvero l’incontro di Maria con suo figlio Gesù il giorno della Resurrezione. Infatti, è proprio il giorno di Pasqua che questa manifestazione religiosa-civile viene sempre svolta. E la sua adorazione e partecipazione è sentita da tutta la popolazione, dagli anziani ai giovani e fino ai bambini.
La confraternita di San Domenico indossa il mantello color nero, simbolo del pianto e della sofferenza, come nera è la veste della Madonna durante la Settimana Santa. Il giorno di Pasqua, o de “A Cumprunta, dopo che la Madonna è stata avvisata, per ben 3 volte, dal discepolo Giovanni, che in questa manifestazione è figurato dallo stendardo di Santa Caterina e dai suoi confratelli aventi il mantello rosso, di aver visto Gesù Risorto, la Madonna esce dalla Chiesa di San Domenico per percorrere la via verso l’incontro con Suo Figlio.
Avendolo visto in lontananza e dopo tre genuflessioni, che i confratelli di San Domenico (che portano la Madonna) e quelli di Santa Caterina (che portano la statua di Gesù Risorto) fanno, la Madonna e Gesù Risorto si lanciano nella corsa, durante la quale alla Madonna viene tolta la veste nera e appare un elegante vestito bianco.
Diventa così una scena molto commovente, che esplode in un applauso da tutti i presenti. Si narra che se non si riesce a svelare la Madonna dal suo mantello nero, una catastrofe incomberà su Badolato.

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