Pubblicata in data 17/5/2005
I fanciulli di qualche tempo fa erano gli stessi di oggi: allegri, spensierati, qualche volta tristi e malinconici, con tanta voglia di giocare, saltare, gridare ma erano anche dei piccoli collaboratori domestici. I maschietti, come anche le femminucce, facevano le commissioni, “i cumàndi”, andavano dalla nonna, dalle zie o da qualche vicina a portare qualcosa o qualche ambasciata, ma principalmente a comprare la pasta, il riso, il sale, ecc. per la mamma e il papà e per tutto il vicinato.
Era abituale dare l’incarico con questa frase: “Va’ e dinci: ‘dàtami nu chilu ’e pasta (risu, sala, ecc.) e tornàtami u restu”. Chi sa perché questa precisazione: forse l’avvertimento a non farsi imbrogliare. Ma non si facevano certo imbrogliare, erano abili a fare i calcoli.
Andavano volentieri per tutti, i vicini regalavano loro un pugno di fichi o di castagne o quattro noci, ma non era questo il motivo della loro disponibilità, perché castagne e fichi in casa loro ne avevano tutti in abbondanza, era la voglia di andare in giro per le vie del paese, di fermarsi a giocare per le strade, di scoprire i vichi del proprio paese, di andare in piazza, di entrare in un negozio.
Le femminucce inoltre erano delle brave piccole donne, cuocevano la pignatta, lasciata dalla mamma che andava al fiume o in campagna, tenevano in braccio i fratellini piccoli, ma non per questo non giocavano, certo quei piccoli erano un po’ di impedimento al gioco, ma nei giochi di gruppo si avvicendavano a tenere i bambini in braccio.
Bisogna tener conto che allora non c’erano i pericoli della strada che ci sono adesso, potevano giocare e camminare liberamente per le strade.
Tota Gallelli
Tratto da: La Radice
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