Pubblicata in data : 15/10/2004
Periodo storico : Fine 1800
"Musolino era faccèri, com'i Muzzi. Mama mi dicìa ch'era nu giovanottu bravu". Questo l'esordio della conversazione con la novataquattrenne Francesca Crea, un po' pesante sugli arti inferiori, ma ancor vigile e memore da far quasi invidia a tantissimi giovani d'oggi.
Il padre, Vincenzo Crea, era nato ne l857 a S, Stefano d'Aspromonte ed era "faccèri" anche lui, come Giuseppe Musolino e come i membri maschi della famiglia dei "Muzzi" di Badolato ("facceri è chi usa la scure detta "facci", cioè il boscaiolo). Si trasferì a Badolato nel 1897, dopo la nascita delle prime due figlie, la terza figlia, Francesca, nacque badolatese, nel 1901.
"Facceri" era anche Stefano Crea, fratello maggiore di Vincenzo, e quindi zio della nostra Francesca che, ancora bambina, dondolando sulle gambe dello zio, si sentiva spesso ripetere, a richiesta, l'episodio del fiammifero.
Nel 1897 Giuseppe Musolino (1875-1956), passato alla storia come brigante, attentò alla vita di tal Vincenzo Zoccali, parente di Stefano Crea, in quanto sua madre si chiamava appunto Francesca Zoccali. Il fatto delittuoso avvenne nei pressi della casa di Crea che, stando al racconto, non ne fu testimone, ma venne dettagliatamente informato da una vicina. Fu così che il Crea venne chiamato come testimone a carico, e la sua testimonianza fu ritenuta veritiera a causa della vicinanza, accertata da sopraluogo, tra la casa del testimone e il luogo in cui avvenne il fatto.
Condannato a ventun'anni, non tardò ad evadere. Esperto uccel di bosco, girò per le montagne di S. Stefano fino a quando trovò il pagliaio dove il Crea e la sua amante giacevano, nel sonno: niente fu più facile che scaricare il fucile su quei due corpi. Poiché la vendetta non poteva consistere che nella morte dello sciagurato che aveva osato testimoniare a suo carico, il Musolino volle accertarsi che il Crea fosse sicuramente cadavere: accese un fiammifero e glielo passò per alcuni lunghi secondi sotto il naso. La fiammella non solo non si spense, ma nenache tremolò: vendetta era fatta!
Non durò a lungo la latitanza del brigante: ad aspettarlo al varco e ad arrestarlo provvidero i militari dell'Arma dei Carabinieri con la partecipazione del brigadiere badolatese Santo Lentini (Badolato 1863-1958).
I baffi abbruciacchiati di Stefano Crea ripresero in poco tempo il loro naturale colore. La ferita d'arma da fuoco non tardò a rimarginarsi. I capienti polmoni non furono più costretti a trattenere l'aria in presenza di fiammiferi accesi.
All'inizio di questo secolo, che ormai volge al termine, Stefano Crea, per motivi che non conosciamo, si trasferì a Badolato, dove continuò a fare il "facceri". Dove ebbe, sposandosi, la sua terza donna. Dove è sepolto, da Badolatese.
Tratto da La Radice
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