Pubblicata in data : 15/10/2004
Periodo storico : 1925
Alcuni mesi orsono l'amico Marziale Mirarchi mi ha fatto omaggio della fotocopia della copertina de "Il Mattino Illustrato", Anno II, n° 43, Napoli, 26 ottobre-2 novembre 1925: un treno rovesciato e la didascalia: "Il disasro dell'alluvione in Calabria: il treno precipitato dal ponte di Badolato, travolto dalla piena del torrente Ponzio". Un avvenimento di cui non avevo mai sentito parlare, nonostante siano ancora abbastanza numerosi i Badolatesi nati prima del 1925, che potrebbero aver memoria di quel disastro.
All'indagine in loco ho sùbito affiancato una ricerca di dati in altre direzioni. Il 27 novembre 1996 mi sono recato alla biblioteca comunale di Catanzaro ed ho consultato decine di giornali dell'epoca: nulla. Il 28 novembre ho scritto una raccomandata alle Ferrovie dell Stato di Reggio Calabria, dove successivamente s'è recatoun nostro collaboratore per tentare di avere notizie dirette: nulla. Tramite un altro giovine collaboratore mi sono rivolto (anche per iscritto) alla direzione de "Il Mattino Illustrato" di Napoli: nulla. Intanto appuravo dalla viva voce di un'anziana mia parente che in quel disastro vi sono stati dei morti che venivano provvisoriamente composti nella chiesetta di S. Leonardo, dei baroni Paparo, nella marina di Badolato. Ed ecco quanto è venuto fuori cercando nell'Ufficio demografico di questo Comune: "L'anno millenoventoventicinque, addì tredici di ottobre a ore 10 e minuti 15, nella Casa comunale. Avanti a me Paparo Saverio ... sono comparsi Vono Antonio, di anni 37, Pretore ... e Crisafi Giuseppe, di anni 50, Segretario Comunale ... mi hanno dichiarato che a ore 20 e minuti 45 del di 9 andante nella casa posta in Badolato Marina al numero ... è morto: Barbara Vincenzo, di anni 61, commerciante, residente in Simbario; Agnelli Luigi di anni 36 meccanico residente in Gioiosa Ionica; Nocera Giuseppe, di anni 30 residente in Bianco Novo; Leonangeli Libero, di anni 27 commesso viaggiatore res. in Tolentino; Rocco Francesco D.co di anni 47 commerciante resid. in Siderno Marina; Placanica Celestino Albino, di anni 25 insegnante resid. in Monasterace; Placanica Ottavia Laura di anni 13 residente in Monasterace ... Sette atti di morte identici meno che -ovviamente- nel nome del morto. Stessa data, stessa ora, presenza del pretore, assenza di numero civico (non esistevano ancora case in Badolato Marina), cognomi non badoaltesi: si tratta sicuramente del disastro ferroviario riportato da "Il Mattino Illustrato".
Qualche anziana persona mi ha raccontato di morti che il mare avrebbe restituito nei giorni successivi, ma non risulta alcun indizio nel registro visionato. Abbiamo trovato, invece alcune fotografie, scattate dal giovane andreolese (di origine badolatese) Giuseppe Peltrone, poi affermato dentista, scomparso a Soverato alcuni anni fa. In didascalia si legge "16 ottobre 1925", ma noi sappiamo dagli atti ufficiali che il disastro è avvenuto "a ore 20 e minuti 45 del 9 andante" (ottobre): una discordanza di nulla importanza, dovuta a un qualsiasi banale motivo. Dalle attendibilissime informazioni assunte sappiamo che si è trattato del treno della sera Catanzaro-Reggio, delle ore 21 circa. Dalla residenza delle vittime si deduce che il treno fosse proprio diretto verso Reggio. E da Reggio fu mandato un altro treno per il pronto intervento, ma "il treno di soccorso (fu) investito dalle acque torrenziali del fiume Munita (tra S. Caterina e Guardavalle), sul ponte abbattutto dalla piena... fortunatamente senza vittime umane".
"Guidato" dalla fotografia del dottor Peltrone, in compagnia di Mimmo Lanciano mi sono recato a PUNTA MOLÌTENA o SANTA ROSA, dove abbiamo incontrato Michele Criniti e la moglie Rosa Comito, dai quali abbiamo appreso ulteriori particolari sul disastro "do dirèttu de nova". Nei pressi c'era una "casèhra" della famiglia Comito; dentro stavano vendemmiando, e gli occupanti (erano in tre quella sera) si sono salvati perché una carrozza ferroviaria, crollando, si è adagiata sul letto del fiume in modo che la piena fosse deviata verso sud, risparmiando quindi la casa colonica, che è ancora lì, unica testimone esterna di quel disastro.
Sempre "guidati" dalla fotografia abbiamo avuto conferma di quanto si diceva da più parti: il torrente Ponzo sino all'epocadel disastro nel suo tratto finale volgeva verso nord, verso Badolato, cioè, passando sotto il ponte in ferro (oggi più stretto) di Punta Molìtena, nei pressi di Melindus. Dopo qualche anno, forse per via del disastro del 1925, si decise di "rettificare" il corso del Ponzo nel suo tratto finale. Oggi, difatti, il torrente corre lungo il confine con il Comune di S. Caterina sino al mare (vedere cartografia). Ovviamente furono necessari lunghi e costosi lavori: rimpicciolito il ponte di Punta Molìtena, ne fu costruito uno nuovo sul nuovo corso del torrente, rialzando in quota la linea ferrata. Ma furono lavori cruenti, come spesso accade. Certo Torrese, meccanico di Bari (?) ma al servizio -pare- del barone Gallelli, era addetto al funzionamento di un non ben precisato macchinario durante i lavori. A un certo punto, accortosi che stava sganciandosi una puleggia che probabilmente avrebbe messo in pericolo la vita di più persone lì nei pressi, istintivamente cercò di bloccarla con la gamba, che si spezzò, e che gli fu amputata. E ci scappò anche il morto. Nei lavori di sterro per piazzarvi le fondazioni del nuovo ponte sul rettificato torrente di Ponzo, rimase sepolto Giuseppe Lentini Manganèhru (fu Vincenzo e fu Sigillò Teresa), ch'era nato a Badolato nel 1888, e che oggi riposa nel cimitero di Santa Caterina. Era il 17 ottobre del 1928.
Tratto da La Radice
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