Ultime News
Il Sito di Papanice di Crotone
 

Eventi Storici di Badolato

Il Terremoto Del 1947


Pubblicata in data : 15/10/2004

Periodo storico : 1947

Il nostro Antonio Gesualdo nella sua "Storia di Badolato" al capitolo VII elenca ben 55 terremoti in Calabria, di cui 21 hanno sicuramente interessato il nostro paese, talvolta anche in maniera pesante. E riporta una nutrita bibliografia sull'argomento: Sono veramente numerose, difatti, le opere che trattano di questa terribile calamità. Ultima giunta è la "Istoria del tremuoto nelle Calabrie e nel Valdemone nell'anno 1783" a cura della Presidenza della Regione Calabria; opera tanto pregevole (comprende anche un atlante di riferimento) quanto costosa; l'abbiamo chiesta pure noi per la biblioteca della nostra Associazione, ma temiamo proprio di non riuscire ad averla, come è successo altre volte in occasione di altre richieste: evidentemente ci mancano i titoli necessari.

Secondo alcune fonti il più terribile terremoto si abbattè su Badolato nel 1640: "...vi schiacciò più di 300 individui". Un evento che andrebbe scavato e riportato alla luce; non da parte nostra -almeno per ora- chè non rientra nei nostri programmi e nelle nostre attuali pratiche possibilità.
Vogliamo scrivere, per ora, dell'ultimo terremoto che ha investito Badolato, nel 1947, e di cui il ricordo è ancora vivo in tantissimi Badolatesi. Del sisma ha scritto egregiamente Marziale Mirarchi in "ISCA, da Sanagasi ai gioni nostri" (Catanzaro-1986). Isca, infatti, ha subito i danni più consistenti: 2 morti (i giornali hanno parlato, erroneamente, di quattro), cento feriti, quattrocento famiglie senza tetto, un miliardo di danni (dal Cinegiornale SETTIMANA INCOM n° 59, riportato da Mirarchi a pag. 195 del testo citato, dal quale trarremo più di una notizia, sicuri che l'Autore ne sarà lieto: lo ringraziamo anche di questo).
La terra ha tremato per quarantotto ore in dodici diverse ondate (di tipo sussultorio e ondulatorio); secondo il quotidiano IL TEMPO le prime scosse si sono avute durante la notte tra il 10 e l'11 maggio; poi alle 8,30 di giorno 11 la scossa che ha provocato la paura maggiore e forse i danni più gravi; le successive alle 15 e 18, alle 17 e 5, alle 20 e 30. Epicentro il golfo di Squillace (9° grado della scala Mercalli), ci sono stati danni a Catanzaro, Chiaravalle, Argusto, Petrizzi, Gagliato, Gasperina, Montauro, Stalettì, Montepaone, Soverato, Davoli, San Sostene, Sant'Andrea, Isca, Badolato, Santa Caterina, Guardavalle. In provincia di Reggio ci sono stati danni a Roccella, Bivongi, Pazzano, Stilo e Monasterace. Si è scritto, oltre ai due morti di Isca, di 140 feriti e di 1300 famiglie senza tetto. E ancora: "A Badolato sono rimaste danneggiate 50 abitazioni e molte altre sono state dichiarate inabitabili. Sette persone sono rimaste ferite e 500 famiglie sono senza tetto" (IL TEMPO del 13.05.1947). Si tratta -ne siamo certi- di notizie chiaramente esagerate. Volutamente? Non lo sappiamo. Precisiamo, comunque, cheper quanto possiamo avere scavato, non siamo riusciti ad appurare che una sola persona badolatese sia rimasta ferita a causa di quel terremoto. Le famiglie senza tetto? Forse neanche una, e forse tutte, a seconda che la motivazione della fuga da casa vada ricercata nel reale pericolo od invece nella pur legittima paura di altre e più devastanti scosse.

I Badolatesi sono scappati in massa da casa già fin dalla scossa delle 8,30 di giorno 11. Parecchie famiglie hanno raggiunto in tutta fretta le case di campagna, come avevano fatto pochi anni prima a causa della guerra. Ma tantissimi, come per un programma prestabilito, si son divisi in due grandi gruppi diretti in due diversi luoghi, pianeggianti: al Giardino, sotto la guida (spirituale) di don Andrea Spagnolo; e a Mingiano sotto la guida dell'ancora giovane arciprete Antonio Peronace, ad occupare, nella proprietà del barone Paparo, il grande baraccone, costruito -mi si dice- in occasione del terremoto del 1908. Tanti, però, sono rimasti a casa, un po' perché anziani, un po' perché disabili, un po' perché ottimisti, ma più d'uno e soprattutto per non lasciare e l'olio e il vino e qualche soldo alla mercè degli sciacalli, che sono sempre esistiti e forse sempre esisteranno. Il 13 maggio è venuto a Badolato l'Arcivescovo Mons. Fiorentini per portare agli "sfollati" la sua confortevole parola di padre. A S. Rocco c'è stato il sermone del canonico Capillupi che, in contrapposizione al cimitero lì vicino, ha definito "mondo dei morti" le migliaia di persone assiepate nella "petta" degli Angeli. Poi tutti al Giardino, a unirsi con gli altri fratelli e, insieme, alla Chiesa Matrice per una solenne funzione religiosa. E poi la processione del protettore, Sant'Andrea Avellino: a Mingiano, a S. Rocco, al Giardino, alla Matrice. Fu in quella occasione che il popolo di Badolato promise al suo santo protettore una festa aggiuntiva l'11 maggio di ogni anno, dimenticando che già nel passato, in condizioni analoghe, aveva promesso la stessa cosa per il 5 febbraio.

Pochi giorni in campagna, e poi il ritorno a casa, nella speranza di una ripresa serena e senza... scosse. Certo, qualche difficoltà c'è stata, a cominciare dalle crepe in numerose case, com'è facilmente visibile nella pianta che abbiamo il piacere di allegare come inserto. (Ringraziamo qui il Preside Antonio Anoja che, avendola realizzata in quel tempo, da Consigliere Comunale, ce l'ha oggi partecipata; e il giovane tecnico Pasquale Piroso che l'ha rimessa "a nuovo" per i lettori de "La Radice"). Gli aiuti non sono stati tardivi: coperte, viveri, medicinali, materiale vario per l'approntamento di baracche di emergenza, compresa quella che al Giardino ha ospitato per parecchi giorni gli uffici municipali; materiale per lo più americano, in quanto gli Alleati non avevano ancora mollato l'Italia. E vennero presto anche le case, costruite sul litorale, accanto alla 106. Ma perché in marina? Perché a sette chilometri di distanza da un centro abitato ancora vivo e attivo? Forse -a parer nostro- una risposta tecnico-politica, da parte di non Badolatesi, a un problema che alcuni decenni prima era già sorto in Badolato.
Si spiegherebbe così l'orientamento, poi confermato nel 1952, dopo le alluvioni dell'ottobre 1951, di far sorgere i nuovi centri nelle marine.

Le prime case, costituenti il 1° lotto (8 alloggi, per un valore complessivo di £ 7.500.000), sono state consegnate al Comune il 27 novembre 1947: un tempo da record! Il 2° lotto (8 alloggi, per un valore complessivo di 12.000.000 di lire) è stato consegnato il 5 ottobre 1949. Il 3° lotto (10 alloggi: valore 14.600.000), consegnato il 6 giugno 1950. Il 4° lotto (3 fabbricati, di 2 alloggi ciascuno; valore 6.600.000) è stato consegnato al Comune il 10 febbraio 1951. Trentadue alloggi in tutto per un valore complessivo di 40.700.000 lire. Sono ancora lì dirimpetto al distributore di benzina Esso, le sei palazzine dei terremotati, recentemente restaurate all'esterno. Non fu facile l'assegnazione, all'inizio, a gente più o meno terremotata, chè eran poche le famiglie disposte ad abbandonare il "proprio" paese per trasferirsi in una landa pressocchè deserta. Poi, quasi subito dopo, le alluvioni del 1951: assunse altro aspetto il problema dell'assegnazione degli alloggi in Marina. Ma soprattutto ebbe inizio un processo di trasformazione di cui stiamo vivendo un importante segmento.

Tratto da La Radice

Torna alla pagina precedente

 
Firma il nostro libro degli ospiti
Il Sito della CGB
Avis di Badolato
Ritorna alla Home Page del Sito

Imposta Badolato come pagina iniziale      WebMaster : Fausto Gallucci      Aggiungi Badolato ai tuoi preferiti

Chiesa dell'Immacolata Chiesa di S. Domenico Convento  di S. Maria degli Angeli Chiesa Matrice