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Eventi Storici di Badolato

Le Chiavi Della Città


Pubblicata in data : 16/10/2004

Periodo storico : 1952

Su "L'ora della Calabria" (Anno I - n° 2 - L 20-29 marzo 1952), "organo della D.C." catanzarese, leggiamo in prima pagina "Trionfali giornate di De Gasperi tra il popolo della Calabria". E poi nel sottotitolo:"La visita del Capo del Governo ai Comuni di Badolato, Isca, S. Andrea, Soverato, Serra S. Bruno e Nardodipace...".

È forse il caso di ricordare ai più giovani che la storia di Badolato ha subìto una svolta decisiva con le alluvioni dell'ottobre del 1951, che distrussero gran parte della zona sud del Borgo medioevale, e che perciò furon causa (?) della nascita di Badolato Marina. Scriveremo altra volta di quelle alluvioni. Per ora fermiamoci alla visita di De Gasperi, che è venuto, dopo le alluvioni, a Badolato, per recare "alla nostra Provincia la solidarietà del Governo e del Paese". Eran già passati cinque mesi da quel terribile 17 ottobre che ha cambiato il corso della storia dei Badolatesi, ma veniva, comunque, il Capo del Governo, con in mano qualche cosa di veramente concreto: le chiavi dei primi 78 alloggi costruiti per gli alluvionati con la celerità di cui l'Italia in seguito non ha facilmente saputo dare prova. E veniva, fors'anche, con lealtà di uomo e di politico non più facilmente riscontrabile nei suoi amici, gregari, paralleli, successori. E comunque, sicuramente non in quella misura ed efficacemente coniugata ad altre doti di uomo e di statista.

Veniva, De Gasperi, da Catanzaro, dov'era arrivato il giorno precedente con un treno speciale proveniente dalla provincia di Reggio Calabria, dove aveva visitato altri Comuni alluvionati. Al suo seguito il Ministro dei Lavori Pubblici on. Aldisio, il sottosegretario all'Agricoltura on. Rumor, il sottosegretario al Lavoro on. Murdaca, i parlamentari calabresi onorevoli Larussa, Turco, Foderaro, Pugliese, Ceravolo, Spoleti, Froggio e altri funzionari di Stato e di Partito; presenti anche l'avv. Bisantis, presidente dell'Amministrazione provinciale, il Prefetto Pianese, e -mi si dice- il nostro professore don Francesco Caporale.

Erano circa le 10 di lunedì 24 marzo quando arrivò a Badolato Marina. Il Capo del Governo salì sul palco allestito allo scopo nei pressi del passaggio a livello (tra SS 106 e ferrovia), dove già sorgevano, come dicevamo, i primi 78 alloggi poi consegnati al Comune di Badolato con verbale del 24 giugno dello stesso anno.

Leggiamo dal succitato articolo: "Il saluto è stato porto al Presidente dal Sindaco comunista Talotta che ha prospettato a De Gasperi le esigenze fondamentali del paese esortando il Governo ad agire sempre più efficacemente. L'avv. Bisantis ha... poi preso la parola...".

Qui da noi si è detto, e si continua a dire ancora oggi, che il Sindaco di Badolato il giorno precedente era stato convocato presso la Prefettura dove aveva ricevuto la bozza del discorso che il giorno successivo... non ha pronunciato, perché nottetempo (?) s'è voluto altrove che il discorso fosse d'altro tenore. E difatti è stato un discorso vibrato, quasi una continua accusa al Governo per le sue inadempienze. È stato un discorso che ha certamente contribuito a far affibbiare a Badolato l'appellativo di "roccaforte del Partito Comunista".

Alle parole del Ministro Aldisio in difesa dell'operato del Governo, seguì l'intervento equilibrato e deciso di Alcide De Gasperi. Ma subito, improvviso, come da copione, dal fondo dello spiazzo si alzò un cartello non "inneggiante alla riforma agraria" (come si legge ne succitato giornale), ma con su scritte le seguenti domande in successione: "Onorevole De Gasperi, cosa siete venuto a fare? A che punto siamo con la Riforma Agraria promessa nel 1948? Perché è stato ucciso il contadino di Villa Literno?". Si trattava di uno striscione preparato la notte precedente nella sezione del Partito Comunista di Badolato (Superiore), e nascosto sotto le vesti di una Badolatese "abbondante" per meglio evitare che si notasse e che fosse sequestrato dai Carabinieri durante il trasferimento a Badolato Marina. (Si conoscono e lo "scrivàno" e la donna che ebbe funzione di mezzo di trasporto: preferiamo, per ora, tacerne i nomi, ritenendolo più utile ai fini del presente scritto, e più consono alle scelte metodologiche del nostro periodico).

Quando Mario Pultrone ('e Coddi) e Giuseppe Schiavone ('a Schjavèhra) issarono lo striscione, la Polizia cercò d'intervenire immediatamente, ma il Capo del Governo invitò i poliziotti a soprassedere e, lette le domande provocatorie, senza troppo alterarsi cominciò con l'invitare tutti a "non aggiungere alla miseria anche la voce della discordia". Continuando, quasi a mostrare l'incontrovertibile restaurazione in Italia di vera democrazia, disse che "una volta, e anche in Russia, era il Sindaco che consegnava ai governanti in visita le chiavi della città. Sindaco di Badolato -continuò il Presidente del Consiglio- io non so, non voglio sapere a quale partito lei appartenga. Lei è per me solo il Sindaco di Badolato al quale sono io, Capo del Governo, a consegnare le chiavi della nuova città".

La calma e l'equilibrio umano e politico dello statista evitarono certamente il pericolo di un movimento di piazza, ma non riuscirono ad impedire che di tanto in tanto si levassero dalla folla grida come "Viva il Sindaco Talotta", "Viva il Comunismo", grida spesso ripetute, a gran voce, da tante persone, al punto da provocare comunque l'intervento della polizia, con l'arresto del ventinovenne Giuseppe Samà, funzionario della Federezione provinciale del P.C.I., e del trentaduenne Vincenzo Pultrone ('e Coddi) che in quei minuti s'era fatto più attivo del solito nel timore che succedesse qualcosa di serio al giovine fratello Mario che aveva issato lo striscione. Tradotti al carcere S. Giovanni di Catanzaro, i due furono rilasciati durante la notte; con la motivazione che non avevano dove andare a dormire a quell'ora (23,30), costrinsero l'Ufficio di polizia a pagare loro l'albergo per quella notte. I due attivisti, però, si recarono all'Albergo Centrale per passare qualche ora con i compagni della Federazione provinciale del loro partito.

Finiva così la giornata della visita del Capo del Governo alla nascente Badolato Marina. A solo titolo di cronaca aggiungiamo che De Gasperi, pronunciando brevi discorsi, sostò anche a Isca e a S. Andrea, anch'essi paesi alluvionati. A Soverato inaugurò la sezione della D.C. di cui era segretario il Comm. Calabretta. La colazione fu consumata alla Certosa di Serra S. Bruno: perché vi entrassero donna Francesca De Gasperi e la moglie del Prefetto Pianese ci volle, ovviamente, un permesso del tutto eccezionale.

Nel pomeriggio l'impegno maggiore per il Presidente a Nardodipace, il paese più danneggiato dalle alluvioni. E poi giù per la strada SS 110 sino a Monasterace per salire sul treno presidenziale e far ritorno a Roma via Catanzaro Lido e S. Eufemia Lametia.

Prima di chiudere, una nota tanto curiosa quanto bonaria e umana, che dovrebbe farci tanto riflettere. Leggiamo ne "L'ora di Calabria" che con il treno speciale del Presidente del Consiglio "sono pervenuti a Roma, e sono stati offerti agli alluvionati della nostra provincia, sale da pranzo costituite da una tavola e sei sedie, 750 coperte, 250 lenzuola, 250 materassi, 500 paia di calze per uomo, 500 paia di calze per donna, 60 paia di scarpe per ragazzo, 6 cassette C.R.I., 4 sacchetti di zucchero, 4 milioni di lire (500.000 per Badolato).

Tratto da La Radice

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