Inserita il 25/11/2004
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“Rifugiati politici: un popolo in marcia – Percorsi di vita e di speranza da terre lontane a Badolato”, è il titolo della tesi di laurea che la dottoressa Rosa Verre ha discusso all'università "La Sapienza" di Roma. La tesi contiene informazioni molto utili alla comprensione di alcuni aspetti del fenomeno, che sta ricevendo una certa attenzione accademica, in merito alla materia dei rifugiati e del diritto d'asilo in vari ambiti.
Tra l’altro, l’esperienza vissuta nel 1998 a Badolato, ha dato l’opportunità di avviare una ricerca empirica che ha consentito di conoscere da vicino la realtà sia di chi arriva in un paese diverso dal proprio, portando con sé un passato di violenza, di guerra e di negazione dei diritti, sia di chi si ritrova a dover accogliere queste persone, con tutte le conseguenze, positive e negative, che una scelta del genere può comportare, soprattutto per una comunità di circa 3000 abitanti quale è quella badolatese.
L'arrivo dell'Ararat sulle coste badolatesi, il 26 dicembre del 1997, con il suo carico di 835 curdi, è stato il primo grande sbarco di profughi che richiedono asilo, uno sbarco dal grande impatto emotivo, divenuto un evento mediatico mondiale. Gli ultimi capitoli di questo lavoro sono, dunque, dedicati all’analisi degli avvenimenti che hanno visto Badolato al centro dell’interesse di politici, giornalisti e associazioni, per l’alto valore umano di un progetto che a lungo è stato indicato come il più originale in materia di accoglienza ai rifugiati.
Sono state realizzate tre distinte interviste focalizzate. Le prime due, all'ex sindaco Gerardo Mannello e a Pasquale Andreacchio, voce dell'opposizione, hanno avuto lo scopo di indagare la storia per la quale Badolato è diventato un caso, ossia il progetto di accoglienza ai curdi partito nel 1998, e pertanto riguardano, in un certo senso, il passato; la terza, a Daniela Trapasso, responsabile del CIR, invece, si concentra sulla situazione attuale, con riferimento sia all’andamento del progetto sia ai rifugiati, non più di etnia curda, che vivono nel paese, pertanto riguarda il presente.
Tali interviste hanno avuto luogo, la prima nel mese di settembre 2003, mentre la seconda a luglio dello stesso anno. Infine, la somministrazione dei questionari ai cittadini, ha fatto apparire, in tutta la sua evidenza, la necessità di sentire anche l’opinione di del responsabile del sito Internet Gil Botulino (www.gilbotulino.it), sulla questione dei rifugiati a Badolato, il che ha consentito di avere una visione d’insieme, e quindi più chiara, di tutta la storia.
L’intervista a Pasquale Andreacchio, che viene considerata espressione di voce contraria alle dichiarazioni "entusiaste" del periodo, svoltasi nel dicembre 2003, ha portato a risultati particolarmente interessanti che, in qualche modo, offrono una versione del tutto inattesa della storia, a tratti stravolgendo completamente il contesto in cui si è svolto il progetto di accoglienza ai curdi a Badolato. È innegabile la rilevanza che queste parole assumono nello svelare, appunto, un volto totalmente nuovo dell'esperienza vissuta a Badolato che, pur non sminuendo l'alto valore umano delle intenzioni, spiegherebbe il fallimento del progetto da un punto di vista senza dubbio sconosciuto ai più. La sezione "Amarcord", http://www.gilbotulino.it/amarcord.html, di Gil Botulino , citato nella webgrafia, raccoglie le illusioni di quel periodo, le stesse storie (di delusione e di fatica, di entusiasmo e di stanchezza, di abbandono e di speranza, di delusione e disincanto che hanno soprattutto il nome della "Pro Badolato") che Daniela Trapasso raccontò, a Vito Teti, prima che congedasse il suo ultimo libro "Il senso dei luoghi - Paesi abbandonati di Calabria".
Il testo integrale della tesi della dott.ssa Verre, che attualmente è impegnata nel progetto Asylumisland, è scaricabile all'indirizzo http://www.isolarifugiati.org/notizia.asp?codice=199 oppure all'indirizzo http://tesionline.corriere.it/default/tesi.asp?idt=9323.
Tratto da Il Domani
Autore: Fausto
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