Inserita il 23/02/2005
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Inchiesta sul porto di Badolato. Il Riesame revoca l'interdizione all'attività disposta dal gip
Grossi torna alla guida della Salteg
L'imprenditore è accusato di truffa in concorso con il direttore dei lavori
TORNERA' alla guida delle sue società. Compresa la Salteg, cioè quella che ha realizzato, e per un breve periodo anche gestito, il porto di Badolato. Mario Grossi, 52 anni, di San Felice sul Panaro, è stato "riabilitato" all'esercizio della sua attività dal Tribunale del Riesame che, ieri mattina, ha revocato il temporaneo divieto di esercitare l'attività imprenditoriale, imposto lo scorso 13 gennaio dal gip Flavia Costantini, su richiesta del sostituto procuratore Luigi de Magistris.
Il collegio del Tdl, presieduto dal giudice Caterina Chiaravalloti (a latere Claudia Pingitore e Carlo Fontanazza), ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Concetta Nunnari ed Armodio Migali, scrivendo in tal modo un' altra pagina importante nel caso giudiziario nato intorno al porto di Badolato.
La misura decisa dal gip a carico di Grossi era giunta, infatti, un mese fa ed era stata emessa insieme ad un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico dell'altro protagonista della vicenda: Gianfranco Pietro Gregorace, cinquantasettenne di Santa Caterina, direttore dei lavori della Salteg. I due uomini, secondo l'ipotesi accusatoria costruita dal magistrato sulla scorta delle indagini effettuate dagli uomini del Nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di finanza, avrebbero organizzato una vera e propria truffa ai danni della Regione Calabria, attuando una serie di raggiri per far sì che la Salteg potesse intascare il previsto finanziamento di oltre un milione e 125 mila euro pur non essendo stata l'opera autorizzata e in mancanza degli impegni assunti con l'ente erogatore del contributo.
Una serie di imbrogli contro cui hanno puntato il dito gli avvocati di Grossi, i quali hanno precisato innanzitutto che vi fu un'unica erogazione di fondi regionali risalente al 13 giugno 2002, e poi che l'amministratore assunse la carica di presidente della Salteg il 31 ottobre 2003, ovvero un anno e mezzo dopo la liquidazione della prima tranche. Nessun'altra erogazione sarebbe seguita, hanno sottolineato i legali nel loro ricorso, e ciò dimostrerebbe che i collaudi privati, contro cui si era scagliata la Procura, non sarebbero serviti a sollecitare la percezione di fondi pubblici. Sulla scorta di tali considerazioni è stato precisato, inoltre, dagli avvocati Nunnari e Migali che "se la condotta diretta ad ottenere un contributo pubblico non dovuto consiste nella mera presentazione di un documento falso, il fatto integra il reato di indebita percezione di erogazione a danno dello Stato e non quello di truffa ai danni dello Stato". Ed ancora che "le condotte ascritte all'indagato sarebbero consistite in false produzioni documentali finalizzate secondo l'accusa all'ottenimento di fondi regionali peraltro mai ottenuti", e ciò potrebbe supportare, eventualmente, solo la contestazione di un'altra fattispecie di reato, ovvero la percezione indebita anziché la truffa.
Tesi che, evidentemente, i giudici del Riesame hanno ritenuto di accogliere, anche alla luce del fatto che il temporaneo divieto di esercitare l'attività imprenditoriale, esteso a tutte le società ed imprese che a Grossi fanno capo, rappresentava una misura pesante, che gli impediva di portare avanti qualunque tipo di attività, anche nell'ambito di società ed imprese diverse dalla Salteg, "con conseguenze facilmente immaginabili su un piano patrimoniale e lavorativo".
Ieri mattina, dunque, è arrivata la revoca del divieto, che si è andata ad aggiungere alla revoca della misura cautelare disposta qualche tempo fa per Gregoraci. Nessun passo indietro, invece, per quanto riguarda la misura reale applicata dal gip al porto di Badolato, ovvero per quel sequestro disposto alla fine del mese di luglio e tutt'ora vigente. Nonostante i tentativi degli avvocati di ottenere, anche in merito a tale decisione, una diversa pronuncia da parte del Tribunale della libertà.
Tratto da: Il Quotidiano
Autore: Fausto
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