Inserita il 17/04/2005
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Badolato. Nisticò (Comitato lotta per il soveratese) fa l'analisi del voto alle regionali
Il Basso Jonio non è rappresentato
«Spero che il presidente Loiero sappia rilanciare il comprensorio»
Franco Nisticò, coordinatore del "Comitato di Lotta" per la statale 106 e ferrovia jonica, fa un'attenta analisi del risultato elettorale nazionale e regionale, e preannuncia novità nella scelta dei parlamentari alle prossime elezioni politiche nazionali e forte iniziative sulle battaglie che devono vedere protagonisti le popolazioni del basso jonio soveratese.
«Il risultato elettorale calabrese, precisa Nisticò, rispecchia l'andamento nazionale che ha portato il centro sinistra alla vittoria. La gente, stanca e sfiduciata di una politica che ha fortemente penalizzato il sud, e i ceti sociali più deboli, ha voluto voltare pagina mandando a casa un centro destra che non ha saputo rappresentare i reali bisogni della gente».
«L'ha fatto con un voto di riscatto, un voto, non solo di protesta ma anche di cambiamento radicale. In Calabria, le popolazioni hanno condannato il governo Chiaravalloti e la proposta non credibile di Abramo, che ripresentava gli stessi uomini che avevano in questi cinque anni penalizzato la nostra regione. La disoccupazione, e la povertà, hanno raggiunto livelli catastrofici, bloccato ogni sviluppo economico e sociale, ritardi nelle infrastrutture, territori completamente emarginati, come il basso jonio, il ritorno del dramma dell'emigrazione intellettuale. Insomma una classe politica di centro destra incapace di recepire i bisogni dei calabresi, e i calabresi l'hanno spazzati via. Mi auguro che il presidente, Agazio Loiero, e il centro sinistra sappiano dare risposte ai tantissimi problemi che affliggono la nostra regione, realizzare un moderno progetto politico, per ridare dignità alle nostre popolazioni, coinvolgere i territori nel processo di sviluppo economico sociale e culturale».
Nisticò, come valuta il risultato elettorale nel basso jonio?
«Sicuramente positivo, anche se alcune forze politiche sono uscite ridimensionate per non aver saputo rappresentare i bisogni delle popolazioni. Sono preoccupato per il fatto che ancora una volta il nostro territorio non sarà rappresentato nel governo regionale, un fatto gravissimo che si trascina da diverse legislature, che ci penalizza perché ancora una volta le nostre problematiche, la nostra voce rimarranno soffocate. Infatti, anche nella precedente legislatura, sia i rappresentati eletti della maggioranza di centro destra, sia di cento sinistra, sono stati latitanti, si sono appropriati dei nostri consensi, ma hanno privilegiato i propri territori di provenienza. Mi auguro che il presidente Loiero, la sua giunta, e gli eletti della provincia di Catanzaro, sappiano tenere i contatti con il territorio, che li ha votati, siano presenti alle iniziative, sappiano presentare progetti credibili per far uscire il basso jonio dal degrado e dall'abbandono in cui versa».
Se tutto ciò accade di chi sono le responsabilità?
«Sicuramente sono da addebitare alle oligarchie dei partiti, al solito modo di gestire il potere, condizionando le scelte dei candidati, per poi essere garantiti nelle istituzioni. Molti non sanno, che il basso jonio, che va da Guardavalle a Soverato, compreso il Chiaravallese, con i voti della sinistra , ma anche del centro sinistra avrebbe avuto la possibilità di eleggere un nostro candidato radicato sul territorio, per incarnare quelle che sono le ansie le aspettative di chi vive nell'emarginazione totale. Invece ancora una volta con candidature qualificate, ma doppie, non valutate con oculatezza, siamo usciti sconfitti, anche se è stata eletta la diessina lametina, Doris Lo Moro».
Come valuta il risultato di Giovanni Calabretta candidato in un movimento civico?
«Sicuramente positivo, per quello che esprimeva, Progetto Calabrie, come positiva è stata l'affermazione di Enzo Bruno dei Ds, dell'ex sindaco di Badolato, Gerardo Mannello, e di Mancini di An. Sicuramente, Calabretta ha ottenuto un lusinghiero risultato personale. Ciò dimostra che le persone radicate sul territorio danno sicurezza, la gente li stima e gli elettori li sostengono. Purtroppo, la sua lista non ha raggiunto il quorum, ed è stata penalizzata rispetto alle altre province di Cosenza e Reggio, che hanno eletto i loro rappresentanti regionali. Calabretta, ex sindaco di Soverato, poteva benissimo rappresentarci al Consiglio regionale».
Nel comprensorio, dalle urne, esce ridimensionata Rifondazione comunista. Lei che lettura dà a questo risultato deludente?
«Sicuramente, Rifondazione paga per i molti errori commessi da suoi dirigenti provinciali. Io non voglio affondare i bisturi in una piaga che in passato mi ha visto protagonista.Tutti ricorderete che la mia candidatura alla provincia, lo scorso anno, con il partito di Bertinotti, nel collegio Guardavalle - S. Caterina - Badolato, ha ottenuto 834 voti. Un premio alle mie battaglie, alla mia persona fortemente radicata è impegnata per dare soluzione ai problemi del territorio. Purtroppo, per le cose dette in precedenza, favorire gli uomini d'apparato, la mia candidatura alla Regione è stata contrastata. Il partito, registra un calo di circa 500 voti, a Badolato si è scesi da 634 voti della provincia, a soli 26 voti, quindi una grave responsabilità politica».
Secondo lei si potrebbe riproporre la candidatura di Giovanni Calabretta, alla Camera dei deputati, alle politiche del prossimo anno?
«No sarebbe una scelta sbagliata. Quattro anni fa era stata proposta dal comitato dei sindaci del basso jonio, in quanto in quel particolare momento era la candidatura più giusta è vincente, ma è stata subito bloccata dagli apparati del partito. Risultato disastroso, abbiamo perso il collegio camerale, in quanto la ricandidatura dell'amico, Pino Soriero, non tirava più. Mi auguro che al momento di decidere le candidature, i partiti tengono conto degli uomini e delle potenzialità presenti sul territorio, per riconquistare il collegio».
Tratto da: Il Quotidiano
Autore: Fausto
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