No all'arresto di Gregorace

 

Inserita il 10/06/2005

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Inchiesta sul porto di Badolato. La Cassazione rigetta il ricorso del pm

No all'arresto di Gregorace

I domiciliari imposti dal gip furono revocati dal Riesame


NIENTE arresto per Gianfranco Pietro Gregorace, il direttore dei lavori della Salteg, coinvolto nell'inchiesta sul porto di Badolato. La Corte di Cassazione ha detto no al ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, confermando la decisione del Tribunale del Riesame che, nel mese di febbraio, accogliendo la sollecitazione degli avvocati Nunzio Raimondi e Salvatore Staiano, aveva disposto la revoca degli arresti domiciliari.


Resta, dunque, intatta l'ordinanza con cui il Tdl aveva restituito la libertà al cinquantasettenne, originario di Santa Caterina e residente a Soverato, che secondo l'ipotesi del sostituto procuratore Luigi de Magistris era stato il regista della mega-truffa del "porto che non c'è".

Un imbroglio colossale, stando al castello messo su dal magistrato in base alle indagini effettuate dai finanzieri del Nucleo provinciale di polizia tributaria, legato all'illegittima erogazione da parte della Regione Calabria e della Comunità europea di diverse migliaia di euro. Un finanziamento pubblico che avrebbe dovuto essere sfruttato per creare sviluppo e che, invece, secondo l'accusa, sarebbe servito soltanto a realizzare interessi privati. Nello specifico gli interessi di Gregoraci e di Mario Grossi, 52 anni, di San Felice sul Panaro, presidente della Salteg, la società che aveva realizzato e gestito la struttura denominata "Bocche di Gallipari".

Diversi i ruoli e le responsabilità attribuite ai due uomini, per i quali il gip Flavia Costantini aveva disposto l'applicazione di due diverse misure. Arresti domiciliari per Gregorace e divieto di esercitare l'attività imprenditoriale per Grossi, che, nella realizzazione della presunta truffa, avrebbe avuto un ruolo marginale. Entrambe le misure, in ogni caso, non hanno superato la prova del Tribunale del Riesame, che le ha, infatti, revocate a distanza di pochi giorni, accogliendo i ricorsi presentati dai legali dei due rappresentanti della Salteg.

Facendo sì che il primo tornasse in libertà ed il secondo riprendesse il timone di tutte le sue società. Compresa la Salteg.
Una decisione, questa, parzialmente contestata dal pubblico ministero, che si è affrettato a proporre un dettagliato ricorso alla Corte di Cassazione, nella speranza di vedere ribaltata la decisione del Tdl e ripristinata la misura cautelare a carico di Gregorace. Una speranza evidentemente vana, se i giudici supremi hanno ritenuto di non accogliere tale sollecitazione e di confermare quanto era stato deciso dai magistrati catanzaresi.

Segnando, in tal modo, un punto importante a favore della difesa dei due indagati, che avevano precedentemente subito un duro colpo nell'ambito della vicenda relativa al sequestro. In quella circostanza, la pronuncia del Tribunale del Riesame e quella successiva della Cassazione, furono invece favorevoli alla pubblica accusa, dal momento che entrambe le volte fu confermato il sequestro disposto il 4 agosto scorso.


Chiara Spagnolo


Tratto da: Il Quotidiano


Autore: Fausto

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