Inserita il 14/03/2006
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BADOLATO - Dove sono i fondi per un miliardo e duecento milioni di lire, stanziati nel 1998/99 dall'allora ministro Livia Turco alla Regione Calabria per i Consultori familiari su interventi alla "Facilitazione dell'accesso degli immigrati al Servizio sanitario"?
I finanziamenti riguardavano azioni importanti per la salute nazionale, come la«prevenzione degli abusi e dei maltrattamenti ai minori», il "percorso nascita", il "disagio giovanile ed i disturbi alimentari" ed in questi casi i fondi sono stati spesi in progetti ben strutturati.
Soltanto per l'immigrazione sembra che sia tutto arenato, con la conseguente svalutazione del passaggio dalla lira all'euro. In realtà, nel 1999, l'assessorato alla Sanità della Regione Calabria, fece una ricerca fra i vari Consultori per trovare chi aveva esperienza nel lavoro con l'immigrazione.
A seguito di ciò il Consultorio familiare di Badolato venne chiamato per far parte di una equipe tecnica che avrebbe dovuto elaborare un progetto regionale, e così venne fatto. Il progetto presentato prevedeva la specializzazione di un Consultorio familiare per ogni Azienda sanitaria calabrese.
A sua volta gli operatori formati avrebbero poi passato le conoscenze acquisite ai colleghi degli altri Consultori della propria Azienda, in modo tale da realizzare un network qualificato e competente.
La stasi che si è in seguito creata non ha però fermato il Dipartimento Materno Infantile dell'Azienda Sanitaria di Catanzaro che ha pensato, nell'anno 2004, di attivare il progetto che aveva contribuito a redigere, anche senza soldi e solo con la buona volontà di chi ci lavora. Il progetto è partito, seppur con tutte le difficoltà del caso, come per esempio la formazione, la traduzione della modulistica, la comunicazione e la diffusione delle informazioni e quant'altro si è presentato.
Gli operatori As sono stati affiancati da associazioni quali la Cri il Cir, ma soprattutto da alcuni professionisti volontari che con grande entusiasmo hanno messo a disposizione le loro competenze. Iniziale fulcro dell'operatività è stato il Consultorio familiare di Badolato sede di numerosi sbarchi di clandestini in anni antecedenti, che ha come utenti molti immigrati, anche irregolari, ai quali vengono fornite le prestazioni previste dalla normativa.
Il Consultorio di Badolato ha coinvolto nella sua opera l'intera As n.7 che ora sta lavorando per migliorarsi e far sì che gli immigrati trovino meno barriere possibili, non ultima la previsione della strutturazione di una Consulta per gli immigrati. Questa idea parte dalla consapevolezza che la maggior parte degli immigrati non conosce i propri diritti sulle cure sanitarie e vive un forte disagio per le prassi burocratiche esistenti e perché in ogni ufficio gli viene indicato un percorso diverso da seguire per stesse richieste.
Ci auguriamo che il messaggio venga percepito dagli addetti ai lavori e che presto, oltre a smuovere i fondi arenati, si possa aprire un dibattito costruttivo che dia, quantomeno, risposte concrete a quanti rimangono nel dubbio e nelle incertezze di un processo avviato e mai concluso.
Antonella Bevacqua
Tratto da: www.ilquotidianodellacalabria.it
Autore: Fausto
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