Badolato, tra antichi splendori e nuove miserie

 

Inserita il 05/04/2006

News
Intervista allo storico Antonio Gesualdo, che racconta le passate glorie ed i problemi emergenti dell'ex paese in vendita




BADOLATO- Alle porte della primavera e alla vigilia dell'apertura della stagione turistica, il famoso borgo antico di Badolato, corteggiato da numerose società turistiche di grande fama internazionale e definito "patrimonio dell'umanità", ricomincia a mostrarsi in tutto il suo splendore.
Grazie all'aiuto del professor Antonio Gesualdo, storico di fama internazionale, studioso delle problematiche dei centri storici e autore di numerose opere di riconosciuto valore scientifico, cerchiamo di ripercorrere le tappe e la storia di Badolato Superiore. Lo studioso, nella seguente intervista disegna, con pennellate rapide e incisive, un quadro esauriente di Badolato, un borgo medioevale ricco di storia, tradizioni e risorse culinarie.

Iniziamo dal passato. è noto che dietro la storia di ogni paese, c'è il nome di qualche grande casata o famiglia che ne ha portato le redini. Quali sono state le antiche famiglie che diedero lustro al borgo?
«La casata dei baroni Paparo, illustrata da Vincenzo e da Raffaele, deputati al parlamento, e quella dei baroni Gallelli, originaria dàlamata. E le famiglie Caporale, Menniti, Nisticò, Peretti, Taverna, tutte di gran nome, per aver dato notai, medici, sindaci dei nobili, podestà».

Quando si parla della storia di Badolato si fa spesso riferimento agli ordini dei monaci Basiliani, Domenicani e Francescani; quale ruolo hanno avuto questi religiosi nello sviluppo culturale, economico e sociale del paese?
«Gli asceti greco-basiliani, dal 1123, favorirono l'economia di Badolato, basata sull'agricoltura e la zootecnica, e l'interscambio dei prodotti. I Domenicani, dal 1552 al 1817, tennero in grande onore la vita intellettuale. Il convento francescano, dal 1606 al 1942, coi padri Benvenuto da Badolato, Masseo santo, Giustino filosofo, fu una roccaforte di vita religiosa, e contribuì all'elevazione sociale e spirituale delle plebi misere»

Tra un po' sarà Pasqua, a proposito di questa ricorrenza sappiamo che anche Badolato, come ogni paese, ha le proprie usanze, in particolare modo sappiamo che i Badolatesi tengono molto alle processioni religiose; le dispiacerebbe darci qualche accenno sulle processioni pasquali che si tengo in questo paese?
«L'anno ecclesiastico si svolgeva in una serie continua di 38 feste ordinarie, che avevano un aspetto scenografico, e ogni corteo si componeva di 800 persone. Le processioni della settimana santa appagavano, con lo splendore della liturgia e dei riti spirituali, la sensibilità religiosa. Il sabato santo, esce, dalla Chiesa dell'Immacolata, una monumentale processione; il giorno di Pasqua, un migliaio di persone si raccolgono nella piazza S. Barbara, verso mezzogiorno, per assistere alla "cunfrùnta", il tipico incontro di Cristo con la Madonna».

In questi ultimi anni il paese ha ricevuto numerose attenzioni da parte di enti turistici o ricchi imprenditori, c'è chi, addirittura aveva cercato di acquistarlo; cosa dire, allora, di Badolato come "Paese in vendita"?
«A rigore, i centri storici, quelli dotati di preziose vestigia del passato, non possono essere "messi in vendita"; al contrario, debbono essere recuperati, prima con un serio dibattito sulla loro situazione demografica e tecnico-edilizia, poi con un piano organico, finalizzato alla rivitalizzazione, al risanamento conservativo, alla tutela storico-testimoniale di essi, anche a fini turistico-culturali».

Perché, secondo lei, c'è tanto interesse dei mass media sul "caso Badolato"?
"L'interesse degli organi d'informazione venne originato dalla pubblicazione, il 7 Ottobre 1986, sul quotidiano "Il Tempo", dell'articolo di Domenico Lanciano: "Badolato, paese in vendita", riecheggiato, il 12 Febbraio 1988, dal "The New York Times"; e dal calore della solidarietà di molti badolatesi per gli 854 Kurdi, che si arenarono, venerdì 26 Dicembre 1997, sul litorale di S. Caterina Jonio.».

Dunque un passato glorioso, ma qual è l'attuale situazione politica, economica e sociale di Badolato?
«La disoccupazione, la negligenza dell'amministrazione pubblica, la crisi della famiglia, le debolezze morali, l'angoscia esistenziale, determinano tuttora, in Badolato, una irrecuperabile arretratezza economico-sociale».

Gli amministratori hanno fermato o cercato di fermare il degrado?
«I politici locali non hanno mai mostrato di possedere la virtù di dialettizzare e mediare con la popolazione, e nemmeno l'interesse a salvaguardare, senza tensioni demagogiche e aspre contrapposizioni, i valori della cultura e dell'ambiente».
Quale consiglio darebbe per il ripristino dell'antico splendore del borgo?
«Esiste, a Badolato, l'Università dei Popoli, di cui sono rettore, ma il paese avrebbe bisogno anche di una biblioteca specializzata e di un museo della civiltà contadina, da allocare nel palazzo Menniti; di una scuola di musica classica, nell'edificio scolastico, e di una sezione di accademia di belle arti, con sede nel vasto convento francescano».

Valeria Mosca

Tratto da: Il quotidiano della Calabria


Autore: Fausto

Chiudi questa finestra