Inserita il 26/07/2006
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Badolato. La richiesta contenuta nella lettera dell'"Unione" al consigliere Gallelli
BADOLATO - Dopo le accuse lanciate in un volantino a firma del gruppo "Unione per la rinascita di Badolato", nei confronti dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Menniti, oggi si registra una lettera aperta della maggioranza inviata al capo gruppo di minoranza Francesco Gallelli.
Nella missiva si invita Gallelli di non far utilizzare la morte di sua moglie nei manifesti politici. «Vorremmo dedicarci a risolvere i problemi che avete lasciato in eredità, invece di perdere tempo.Ma su qualcosa abbiamo il dovere di precisare». Nel prosieguo della lettera, non condivise le offese e i paragoni a dittatori politici riportati nel documento della minoranza comunale: sciacallaggio, indegni, bugiardi, pallonari, meschini, Mussolini, Stalin, Hitler, Fidel Castro.
Si domandano chi sono gli autori che scrivono i manifesti. «Un campionario di insulti - prosegue la lettera - senza un motivo, con un linguaggio il cui squallore è stato notato da tutti. Uno scadimento che ricalca lo stile di sempre "Unione per la Rinascita delle cinque stelle".
E loro rappresenterebbero la "stragrande maggioranza dei badolatesi"? è davvero disposta a tornare così in basso questa collettività? Consigliere Gallelli agli insulti dei suoi amici non possiamo rispondere, perché non abbiamo il loro nervosismo. Ma sulla questione della morte della sua signora non si transige. Perché si rischia di scendere al di sotto della soglia di rispetto. A differenza di quanto si evince in quel volantino, sulla morte di sua moglie noi non scherziamo e da parte sua ci aspetteremmo una smentita di certe affermazioni». Nella lettera la maggioranza fa chiarezza sull'episodio del consiglio comunale aperto: «Sua moglie ci ha lasciati 15 mesi dopo quel consiglio a cui vi sfidammo.
Non era quindi ad un capezzale morente. Ci spieghi perché il suo gruppo scrisse il manifesto da cui partì la nostra sfida. Quando convochiamo i consigli siamo sciacalli e quando i suoi scrivono i manifesti tre giorni prima non lo sono? Quando i suoi mettevano quel megamanifesto sua moglie non stava male? Ci dovrebbe spiegare perché un suo consigliere a quel consiglio si sedette. Forse lei non lo ricorda. Lo ricordano i suoi amici leprotti? Forse è uno sciacallo pure quel suo consigliere? Se condividesse le parole lette nel manifesto dovrebbe espellerlo dal suo gruppo. Dovrebbe ricordare che quel volantino fu scritto dal "movimento 5 stelle" e non dal gruppo consiliare. E noi sfidammo i capi di quel movimento.
Dovrebbe ricordare che quel consiglio si svolse "aperto" cioè garantendo interventi senza limiti del pubblico presente, proprio per dare la parola ai capi di 5 stelle, che furono vergognosamente assenti tranne un consigliere».Queste le conclusioni della lettera: "Consigliere Gallelli, non permetta che la morte di una persona a lei cara venga usata per fare politica. Non ci fate una bella figura. Quanto al resto, sulle nostre risposte gia date in Prefettura vi diremo dettagliatamente, ed il consiglio comunale aperto presso cui sfidarci, consigliere Gallelli, lei sa già quando verrà convocato. Le è stato detto venerdì.
Lo dica anche ai suoi. Non siano impazienti: per quanto rozzi avranno risposte nei prossimi giorni. Ma molte, molte di più, ne dovrete dare, amico Gallelli. Ne parleremo al prossimo consiglio aperto. Se l'Armata lepre ed i suoi raffinati scribacchini ci saranno.
Franco Laganà
Tratto da: www.ilquotidianodellacalabria.it
Autore: Fausto
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