Inserita il 27/10/2006
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Menzione d'onore al progetto pilota del Cir
BADOLATO- Amarezza e delusione a Badolato per il mancato Premio Nobel "World Habitat Awvards". L'ambito riconoscimento, il cui Progetto Pilota era stato sostenuto dal Cir, Centro Italiani Rifugiati, ha colto di sorpresa anche Daniela Trapasso responsabile regionale Cir. Tuttavia c'è stata una menzione d'onore .
Daniela quale lettura dare a questo risultato, dopo la vostra partecipazione?
«Purtroppo non abbiamo vinto la competizione. Il premio, che in realtà sono due ogni anno, sono stati assegnati al Pakistan ed al Sud Africa. In ogni caso siamo sempre tra i quattro finalisti di quest'anno e ci è stata riconosciuta una "Menzione d'Onore", e questo ci rende orgogliosi».
Vogliamo ricordiamo cosa è il premio in questione?
«Si certo. Si tratta di una competizione mondiale che ogni anno viene organizzata da un'associazione inglese, la "Building and Social Housing Foundation" (Bshf) con il patrocinio delle Nazioni Unite. In pratica si premiano i migliori esempi di architettura sociale».
Com'è arrivata Badolato a questa competizione?
«è un lavoro di anni. Noi del Cir conoscendo la competizione, abbiamo deciso di presentare alle selezioni il Progetto pilota, del Comune di Badolato in quanto ci sembrava rispondesse alle indicazioni date per la partecipazione alla gara. Abbiamo preparato un bellissimo cd rom in cui il progetto veniva descritto nei particolari e lo abbiamo corredato di splendide foto del paese e delle case prima e dopo la ristrutturazione. Il tutto spedito alla sede inglese della Bshf».
Il Progetto pilota". In che cosa consiste?
«Grazie ad un finanziamento ministeriale il Comune ha acquistato e ristrutturato 18 unità abitative da destinare ai rifugiati ed alle persone con protezione umanitaria che intendono vivere stabilmente nel nostro paese».
Perché è così importante questo progetto?
«Intanto bisogna risalire agli anni in cui è stato fatto per capirne l'importanza. Si parla del 1998, quando ancora non si sapeva cosa fossero i rifugiati, quando non c'era nessun tipo di politica di accoglienza, quando non c'erano nemmeno i centri di accoglienza. Tutto nacque sotto la spinta emotiva dell'arrivo massiccio dei profughi kurdi e l'amministrazione di allora, guidata da Gerardo Mannello, si è lanciata in un progetto non solo coraggioso ed ambizioso ma anche avveniristico».
Perché secondo lei il premio non è stato vinto?
«Sinceramente me lo chiedo anche io. Il nostro progetto era davvero innovativo. Ho cercato sul sito i vincitori degli anni precedenti ed ho visto che un progetto sull'accoglienza dei rifugiati non era mai stato presentato. Anche le due funzionarie sembravano entusiaste del progetto. Se proprio devo ricercare dei motivi mi viene da pensare che, probabilmente, il progetto non ha ancora forza ed autonomia proprie. Ma è anche logico che sia così per un progetto che ha "inventato" l'accoglienza laddove non c'era».
Oggi a che punto è il Progetto pilota?
«La nuova amministrazione, guidata dal sindaco Andrea Menniti, ha subito capito l'importanza del progetto e quanto questo poteva dare a Badolato. Lo hanno fatto loro sin dall'inizio, credendoci e portandolo avanti con il massimo della collaborazione e dedizione. Ad oggi le case sono quasi tutte finite. Da qualche giorno è stata formata una commissione tecnica composta: dal Cir, dal Comune di Badolato con l'assessore ai servizi sociali affiancato da un tecnico e dalla Prefettura di Catanzaro, Nerina Renda, una funzionaria eccezionale, alla quale, mi permetta, di fare un ringraziamento particolare per la passione con cui sta lavorando in prima persona accanto a tutti noi. La commissione ha il compito di redigere, secondo le norme e gli intenti originari del progetto, un regolamento che dovrà disciplinare l'assegnazione di questi alloggi».
Qual è la situazione dei rifugiati oggi a Badolato? Vi sono altri progetti?
«Oltre al progetto pilota sono in corso altri progetti. Badolato è uno dei comuni della rete del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (legge 189/2002) attivato dal Ministero dell'Interno e dall'Anci e finanziati dal Fondo Nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo. Grazie a questo progetto ospitiamo 15 tra rifugiati, richiedenti asilo e persone con protezione umanitari di diverse nazionalità (Somalia, Turchia, Togo, Colombia). E poi ci sono in ostri amici kurdi che ormai vivono autonomamente a Badolato da tanti ann».
Avete ottenuto anche dei finanziamenti regionali?
«Sì, con finanziamenti regionali, abbiamo attivato 5 Borse Lavoro presso aziende del posto. Inoltre stiamo portando avanti un progetto sperimentale con il Consultorio di Badolato che mira ad avvicinare gli immigrati alle strutture pubbliche di cui hanno diritto ad usufruire. Ma abbiamo in mente ancora tante cose da fare».
Quindi nonostante il premio World Habitat Awards non sia stato vinto il lavoro non si ferma?
«Certo che no! Noi crediamo nel progetto indipendentemente da qualsiasi premio».
di Franco laganà
Tratto da: www.ilquotidianodellacalabria.it
Autore: Fausto
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