Operaio ucciso al porto di Badolato

 

Inserita il 13/08/2008

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Agguato mortale nel Catanzarese. La vittima è Cosimo Ierinò, 39 anni di Stignano
I killer hanno sparato otto colpi di fucile caricato a pallettoni

di AMALIA FEROLETO
di FRANCO LAGANÀ

BADOLATO (Catanzaro ) – Agguato mortale, ieri pomeriggio alle 17,30 nel Catanzarese, a Badolato Marina. Un operaio di 39 anni, Cosimo Ierinò, originario di Stignano che lavorava come autista di una ruspa al porto di Badolato “Bocche di Gallipari” è stato ucciso con otto colpi di fucile caricato a pallettoni. Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, l'uomo aveva appena terminato il suo lavoro ed era salito da poco sull'auto di proprietà della moglie, Monica Gallelli, una Polo
Wolksvagen per rientrare a casa.

In quel momento qualcuno si sarebbe affiancato all'auto ed avrebbe sparato. A quel punto l'uomo in preda al panico avrebbe tentato prima di ingranare la retromarcia e poi di scendere dall'auto per sfuggire al suo destino. Ma i killer lo avrebbero raggiunto e freddato. Otto i colpi di fucile che sarebbero stati esplosi, diversi quelli che hanno colpito l'operaio, uccidendolo, ed altri hanno colpito la carrozzeria dell’auto.

Cosimo Ierinò residente a Badolato Marina da un anno, fino al 2004 aveva lavorato come autista per la ditta di Cosimo Luzzi, considerato vicino al clan Metastasio), a Stignano, solo da dieci giorni era alle dipendenze della ditta Ranieri che ha avuto in gestione il porto dalla società Salteg. Pare che al momento dell'agguato i familiari dei Ranieri si trovassero al porto e che, spaventati dagli spari esplosi, si siano rifugiati negli uffici avvertendo la Compagnia dei carabinieri di Soverato al comando del capitano Giorgio Broccone e il tenente Giancarlo Russo. Sul posto è anche arrivato il colonnello Claudio D'Angelo del comando provinciale di Catanzaro, il maresciallo della locale Stazione, Pietro Antonio
Quaresima, il magistrato di turno Alessia Miele della Procura della Repubblica di Catanzaro ed il medico legale, Giulio Di
Mizio dell'Università “Magna Graecia”di Catanzaro che ha proceduto ad un primo esame esterno del cadavere.

La zona è stata transennata dalla Scientifica per tenere lontano i curiosi. Straziante la scena dell'arrivo della moglie di Ierinò, Monica, in stato avanzato di gravidanza, che ha scorto il cadavere del marito da lontano intuendo l'avvenuta tragedia. La donna pare sia stata colta da malore e trasportata in ospedale. Cosimo Ierinò aveva un figlio. Inutile l’intervento del Suem 118 e dell’elisoccorso perchè Ierinò era già cadavere. Secondo una prima ipotesi investigativa l'omicidio di Cosimo Ierinò sarebbe maturato negli ambienti criminali della zona.

Il suocero della vittima è stato ucciso in un agguato 15 anni fa, nel centro abitato di Badolato da due killer in motocicletta, mentre rientrava nel carcere. Sul'omicidio indagano i carabinieri. Ierinò fino al 2004 aveva lavorato come autista per una ditta di movimento terra di proprietà di Cosimo Liuzzi, considerato vicino al clan Metastasio, a Stignano. Ai fratelli di Ierinò, arrivati nel pomeriggio da Stignano, non è stato concesso vedere il corpo del fratello mentre era ancora nel porto.

L’ingresso stesso al porto, è stato interdetto per ore, mentre si svolgevano i rilievi della scientifica, anche ai pescatori di Soverato pronti per uscire in mare. La salma di Ierinò è stata trasportata all’obitorio di Catanzaro, dove sarà effettuata l’autopsia. In tarda serata, poi, Antonio Ranieri, titolare della ditta che ha in gestione il porto e la figlia, sono stati portati nella sede della compagnia dei carabinieri di Soverato per essere ascoltati. Le indagni proseguono a tutto campo.

Tratto da: ilquotidianodellacalabria.it


Autore: Fausto

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