Indagini serrate sull’omicidio dell’operaio di Stignano avvenuto al porto

 

Inserita il 19/08/2008

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Due i killer che hanno ucciso Ierinò
Trovata nell’auto della vittima una pistola illegale

di FRANCO LAGANÀ
BADOLATO- Proseguono a ritmo intenso le indagini per identificare i killer che il pomeriggio del 12 agosto all'interno del porto di Badolato Marina“ Le Bocche di Gallipari”, hanno ucciso con un fucile caricato a pallettoni il ruspista, Cosimo Ierinò di 39 anni, originario di Stignano (Rc) sposato, un figlio e la moglie in stato interessante, al settimo mese.

I militari dell’Arma della Compagnia di Soverato, guidata dal capitano Giorgio Broccone in sinergia con il maresciallo della Stazione di Badolato, Pietro Quaresima non solo hanno perquisito in lungo e largo il territorio,interrogando alcune persone, ma hanno anche visionato i filmati registrati dalle telecamere installate nel porto, in funzione il giorno del delitto.

Si indaga, dunque, a trecentosessanta gradi anche nel passato di Cosimo Ierinò, a Stignano, e sono stati sentiti anche i suoi familiari. A Ferragosto nel paese natio di Ierinò, si sono svolti i funerali dell’uomo dopo che nei giorni precedenti era stata eseguita l’autopsia dal medico legale, Giulio Di Mizio dell’Università “Magna Graecia di Catanzaro che in sostanza aveva confermato che Ierinò era morto a seguito dei colpi di fucile che lo avevano attinto agli organi vitali.

Il ruspista dopo una giornata di lavoro, si era appena seduto nella sua macchina, parcheggiata all'interno del porto,pronto a far ritorno a casa, quando è stato investito da almeno 8 cartucce a pallettoni.

Sugli interrogatori effettuati finora c'è il massimo riserbo. Nei prossimi giorni, altre persone saranno interrogate nella caserma di Stignano. Non si esclude che i carabinieri, abbiano imboccato la strada giusta, e che abbiano elementi validi per dare, a breve, un volto agli spietati killer.

Almeno due, a quanto pare e che hanno sparato con due fucili 8 cartucce, che hanno attinto Ierinò in parti vitali del corpo, uccidendolo. Pare, inoltre,che nella macchina di Ierinò sia stata rinvenuta una pistola detenuta illegalmente.

Circa il ritrovamento della macchina rinvenuta bruciata nei pressi del torrente Barone di Badolato Marina, a circa 1 chilometro dal porto, il 15 agosto,pare che la stessa non apparterrebbe ad un turista, come si era ipotizzato in un primo momento, ma risulta invece di proprietà di una professoressa di Davoli G.B. che aveva regolarmente denunciato il furto avvenuto al 1 agosto davanti l'abitazione della madre.

L'ipotesi che l'auto possa essere servita ai killer per compiere il delitto, non trova conferme, in quanto dopo due giorni del delitto la macchina non si trovava vicino al torrente Barone. Per cui solo successivamente è stata portata li sicuramente da qualcuno che nulla ha a che vedere con il delitto, e che la stessa possa essere stata utilizzata per altri scopi.

Comunque sul ritrovamento, i carabinieri stanno indagando e l'auto è stata messa sotto sequestro. AntonioRanieri. gestore insieme ai figli del porto, aveva espresso solidarietà ai familiari rammaricandosi per l'uccisione di un suo dipendente, puntualizzando che il porto era stato solo il teatro di un delitto, che nulla ha a che vedere con la propria attività portuale. Anche il sindaco di Badolato, NicolaParretta, si è rammaricato per l'accaduto, che deve essere letto senza criminalizzare il paese.

«Condivido - ha detto il sindaco di Badolato- le valutazioni dei Ranieri Un fatto gravissimo che va condannato, ma questo non toglie che tutta l'amministrazione comunale, e i cittadini rifiutano la violenza criminale, in quanto, siamo fortemente impegnata per dare un volto nuovo e moderno del paese. Il porto deve diventare un volano di sviluppo economico e turistico, e noi lavoreremo in questa direzione».

Tratto da ilquotidianodellacalabria.it


Autore: Fausto

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