Inserita il 21/10/2008
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La presentazione a Badolato del libro di Michele Drosi “Pasquale Poerio, Terra e libertà, itinerario di un riformista” è stata occasione di discussione sul futuro della politica per ridare ad essa lo slancio giusto. La presenza della vedova del famoso uomo politico, Rosamaria Poerio è stata gradita. Il presidente del Pd, Francesco Gallelli ha ricordato le doti umane e d’instancabile organizzatore di Poerio che amava stare tra gente umile.
Nicola Criniti, segretario sezionale del Pd ha detto: «Mentre nel ‘46 a Crotone si lottava per le terre, e la Calabria, al referendum istituzionale, sceglieva la monarchia, Badolato votò per la Repubblica con oltre il 60% dei consensi. Qui la Camera del lavoro divenne il punto di riferimento delle classi lavoratrici sfruttate. Poerio, in quei tragici momenti, fu l’uomo che riuscì a far uscire dall’apatia una massa di lavoratori!». Il presidente della Comunità montana “Versante jonico”, Alfredo Lancellotti ha evidenziato l’arretratezza dell’agricoltura d’allora, l’unica fonte di reddito e feudale privilegio dei proprietari terrieri.
«In tale contesto, viene fuori, dalle pagine del libro di Drosi - ha affermato Lancellotti - l’immagine dell’uomo e del politico che insieme a tanti altri, fu protagonista in un determinato periodo in cui era ancora viva la questione meridionale e veniva esaltato il concetto di sussidiarietà. Tra il ‘48 e il ‘49, nasce il movimento contadino. I comitati per la terra furono fondamentali per la riforma agraria. Dalla Calabria a fine novembre ‘49 partì la conquista delle terre».
Quirino Ledda, presidente della Lega delle cooperative si è soffermato sul ruolo decisivo giocato da Poerio. «Il Pci all’epoca era frantumato. C’era chi tra i dirigenti sosteneva che bisognava occuparsi della classe operaia. – Ha asserito Ledda - Poerio partecipò alla lotta per le terre e con quelle battaglie, contribuì al successo del partito. Quello scontro rese protagonisti del proprio destino masse di analfabeti. È pur vero che l’identità non può essere ricordata solo con la memoria.
Bisogna richiamare alla mente il passato per guardare al presente e agli impegni ch’esso comporta. C’è un abuso della parola democrazia. È come se la politica fosse una porta girevole, molti politici sono passati da un partito all’altro per il mantenimento del potere. E allora cos’è la sinistra? Pensa al cambiamento della società o alla difesa dei diritti? C’è oggi
l’idea che destra e sinistra sono la stessa cosa».
Franco Nisticò, fautore dell’iniziativa, ha sostenuto: «Vorrei che i nostri parlamentari si ricordassero di riproporre la questione meridionale!». Guido Rhodio, sindaco di Squillace ha dato una testimonianza su Poerio che conosceva. « La questione meridionale è aperta. – Ha constatato Rhodio - Solo che all’epoca c’era chi s’impegnava per evidenziarla come Poerio e il sacerdote don Francesco Caporale di Badolato, suo stretto collaboratore, considerato il don Sturzo delle Calabrie». Doris Lo Moro ha esaltato le doti umane di Poerio: «Aveva rispetto soprattutto per donne e i giovani a cui guardava con speranza».
Pietro Cossari
Tratto da calabriaora.it
Autore: fausto
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