«In ospedale difficoltà nel trasporto dei pazienti»

 

Inserita il 22/11/2008

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Pasquale Rudi, ispettore della Croce Rossa Italiana che presta servizio volontario presso l’unità operativa di Badolato tramite una lettera aperta, con l’evidente scopo di sollecitare
chi di dovere ad intervenire affinché non si ripetano più e si cerchi di andare incontro alle esigenze dei sofferenti, denuncia all’opinione pubblica alcuni episodi negativi avvenuti nell’ospedale di Soverato. «Essere pazienti molte volte è necessario. Quando invece si è pazienti perché ammalati, la pazienza si ha per giocoforza e nello stato di bisogno, il più delle volte si subisce senza parlare - esordisce nella lettera Rudi -.

Proprio per dare voce a quanti non “possono” parlare, - afferma l’ispettore – mi permetto di trasmettere le mie impressioni su certi episodi poco edificanti che accadono presso l’ospedale di Soverato.

Il Fatto: Per vari motivi mi capita di andare spesso all’ospedale e il più delle volte noto una certa difficoltà del personale addetto al trasporto dei pazienti, a gestire i trasporti effettuati da e per l’ospedale di Soverato e precisamente durante l’ordinario trasferimento dei pazienti ai piani e nei reparti di degenza.

I volontari - si legge nella lettera - si trovano spesso impossibilitati a non poter utilizzare l’ascensore di servizio poiché, lo stesso, necessita di una chiave che ne abilita l’uso. Il reperire la chiave diventa impresa assai ardua, sia perché non è mai depositata nello stesso posto, sia perché chi dovrebbe consegnarla, non è mai facilmente rintracciabile. Questa comica e paradossale situazione, rende il servizio poco efficiente e molto disagio viene recato ai pazienti in “attesa…” Questa indecorosa situazione - prosegue Rudi - viene sicuramente vissuta da chi la subisce con molta frustrazione. Ho visto e sentito molte lamentele, ma le orecchie sono fatte anche per non sentire e per non ascoltare. Alcune volte viene detto di utilizzare, in alternativa, l’ascensore predisposto per il trasporto dei rifiuti o di materiale infetto. Credo che la soluzione al problema può essere così risolta: lasciare una o più chiavi in portineria e consegnarle soltanto al personale abilitato al trasporto infermi, dietro rilascio di un documento di identificazione.

Forse ci saranno soluzioni migliori di questa, - conclude Rudi - ma iniziare a parlane è doveroso nei confronti di chi soffre e che di pazienza, purtroppo, deve averne oltre misura. Spero solo che questo appello possa essere ascoltato e “sentito” da chi può risolvere il tutto».

Pietro Cossari
Tratto da calabriaora.it


Autore: fausto

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