Inserita il 20/04/2009
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La famiglia Feudale conosciuta in tutto il comprensorio. Al giovane investitore ritirata la patente
Tanta gente ai funerali dell’uomo il cui corpo è stato ritrovato dopo 4 giorni
di FRANCO LAGANA’
ISCA- Un lungo applausoha salutato la salma di Armando Feudale (in foto) il quarantaduenne rimasto ucciso in un incidente sulla statale jonica 106 nel centro abitato di Isca Marina. Una folla immensa ha partecipato ai funerali, stringendosi attorno ai familiari distrutti dal dolore. Presenti anche numerosi cittadini di Badolato, in quanto il papà di Armandino, era morto per un male incurabile, quando il ragazzo aveva soltanto7 anni, eper diversi anni era stato il medico condotto di Badolato, e tutti lo ricordano per la sua grande professionalità e disponibilità verso i suoi assistiti.
Molto toccanti le parole del parroco di Isca, Don Antonio Solano, che ha ricordato Armandino come lo chiamavano i suoi amici. «Un ragazzo sfortunato,ma di animo buono, che non dava fastidio a nessuno, anche se i suoi problemi di salute spesso lo portavano ad isolarsi con lunghe passeggiate a piedi o in motorino per raggiungere Soverato.
Questo ennesimo incidente mortale deve far riflettere le istituzioni ad ogni livello per la pericolosità della statale 106».
Intanto solo l’esito dell’autopsia, già effettuata da Pietroantonio Riccio, direttore della scuola di specializzazione in medicina legale dell’Università “Magna Gecia”di Catanzaro, della quale, non si conoscono i risultati ufficiali, anche se da qualche indiscrezione sembra che la morte sia stata istantanea. Per le indagini degli inquirenti, sia da parte dei carabinieri della stazione di Badolato al comando del maresciallo Pietro Antonio Quaresima, sia per i carabinieri della compagnia di Soverato sotto le direttive dal tenente Giancarlo Russo, si presenta un caso molto complesso, visto la dinamica dell’incidente mortale. Intanto in attesa dell’esito dell’autopsia, dopo l’interrogatorio del giovane di Badolato Andrea Stefanelli, assistito dal suo legale Salvatore Staiano, da parte del sostituto procuratore della Repubblica, Francesco De Tommasi, lo stesso ha emesso il provvedimento restrittivo, il ritiro della patente, il seguestro della macchina.
Il corpo di Aramando Feudale è stato ritrovato dopo 4 giorni, sotto la scarpata che costeggia la statale, seminascosto da un canneto e da sterpaglie, sono in corso ancora le indagini, per accertare l’esatta dinamica del ritrovamento. Infatti, il ritrovamento è stato possibile dopo che l’investitore, Andrea Stefanelli che si trovava alla guida di un’auto Opel, dopo 4 giorni, si è presentato sconvolto alla caserma dei carabinieri di Badolato raccontando la sua versione sull’incidente.
Successivamente ha accompagnato sul luogo dell’incidente le forze dell’ordine, che hanno
individuato il corpo esanime del giovane, in mezzo ad un canneto, che era impossibile individuare dalla strada. Da una prima ricostruzione dei fatti, ancora tutti da verificare, il giovane di Isca, percorreva a piedi la statale 106, quando sopraggiungeva un’Opel Vectra, alla cui guida si trovava l’altro giovane, che per cause tutte da accertare, ha investito il giovane che è stato catapultato nella scarpata sottostante.
Il giovane ha raccontato ai carabinieri di Badolato e successivamente al magistrato, di non essersi reso conto di aver investito una persona, ma di aver pensato che l’urto fosse dovuto a un segnale stradale, o qualche animale.
Tratto da ilquotidianodellacalabria.it
Autore: Fausto
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