Inserita il 21/10/2004
News
ERA il 3 agosto 2004. Solo pochi mesi fa.
Gli uomini del Nucleo provinciale della Guardia di finanza si presentarono a Badolato e diedero esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo firmato dal sostituto procuratore Luigi de Magistris. Si era nel pieno della stagione turistica e nella darsena erano ormeggiate un centinaio di imbarcazioni. Contestualmente i nomi di quattro persone vennero iscritti nel registro degli indagati di quel fascicolo aperto dallo stesso magistrato, il quale puntò il dito contro le presunte irregolarità che sarebbero state compiute nella realizzazione della struttura.
Sotto inchiesta finirono Gianfranco Pietro Gregorace, 57 anni, di Santa Caterina dello Jonio, (direttore dei lavori della società Salteg, società concessionaria dell'iniziativa turistico-portuale), Giampiero Menniti, 35 anni, di Catanzaro (presidente pro-tempore della Salteg), Mario Grossi, 52 anni, di San Felice sul Panaro (presidente della Salteg), e Michele Scornajenghi, 60 anni, di Roma (dirigente in pensione del settore Demanio della Regione Calabria). A distanza di pochi giorni il gip convalidò il sequestro, mantenendo i sigilli al porto ed inducendo due degli indagati, Mario Grossi e Giafranco Gregorace, a presentare ricorso al Tribunale del Riesame. Il 22 settembre la discussione degli avvocati Concetta Nunnari, Armodio Migali e Salvatore Staiano davanti ai giudici del Tdl, ai quali fu chiesto il dissequestro sulla scorta di un dettagliato ricorso che aveva lo scopo di minare alle fondamenta il castello costruito dal magistrato. Un tentativo che si rivelò assolutamente inutile, dal momento che il collegio, formato dai giudici Caterina Chiaravalloti, Carlo Fontanazza e Maria Flora Febbraro, rigettò il ricorso e mantenne i sigilli apposti al porto.
Tratto da Il Quotidiano
Autore: Fausto
|