Pubblicata in data 18/2/2005
Periodo dell'anno
Settimana Santa
A cura di Pasquale Rudi
Alla processione, che vede il coinvolgimento di oltre 200 "figuranti", partecipano a pieno titolo due delle tre ultrasecolari Confraternite presenti e operanti a Badolato: Maria SS. Immacolata e S. Caterina D'Alessandria d'Egitto. La rappresentazione dei Misteri dolorosi viene gestita dalla Confraternita dell' Immacolata, ma per ottimizzare il buon andamento della processione, vengono presi accordi tra i Seggi Priorali delle due Confraternite partecipanti ed i responsabili d'ogni settore. Alle ore tredici si da inizio alla processione penitenziale con partenza dalla Chiesa dell'Immacolata e con il seguente ordine sequenziale d'uscita: Avvia ed apre la lunga processione la Croce di Penitenza con i Simboli della Crocifissione, affiancata da due confratelli che reggono i lampioni e a seguire, dei Confratelli facenti parte del gruppo cantori recitano, in punti prestabiliti, canti tradizionali della Settimana Santa derivanti dalle Massime Eterne, e dalle Vie Crucis di S. Alfonso M. de Liguorì e da S. Leonardo da Porto Maurizio. A seguire, un gruppo di dieci soldati romani scortano i due ladroni ed il Cristo caricato dalla Croce e vestito da una tunica violacea, il quale, viene trascinato, percosso e ingiuriato da otto judei vestiti di giallo e da due capi torturatori che inveiscono contro. Al seguito i due ladroni a lenti passi. Il figurante che impersona il Cristo non può essere riconosciuto da nessuno, generalmente si fa per "voto" e sono tre le persone che si alternano durante tutta la processione penitenziale. Al seguito, circa 70 incappucciati (uomini e donne), coronati di spine, vestiti con un saio bianco e cinti da funi, si autoflagellano le spalle con delle fruste metalliche (lunghe circa 40 cm) chiamale discipline. "Disciplinari", quindi, per l' uso della disciplina intesa come pratica di auto flagellazione per la redenzione dei peccati e per sentirsi più vicini al dolore e alla Passione di N.S. Gesù Cristo. Rappresentano i penitenti e non possono essere riconosciuti o visti da nessuno, tranne che dal loro responsabile. Durante la processione non possono parlare, e ad un segnale convenuto, s' inginocchiano per flagellarsi. La diffusione di queste forme penitenziali si sono avuto nelle regioni meridionali a partire dal XV sec. , grazie alle "Confraternite dei Disciplinati" (Confrataria Fustigatum). I Disciplinari, come tutti i riti della Settimana Santa, hanno avuto origine a Badolato con la presenza del forte Ordine Francescano, e incrementato ulteriormente e successivamente, con l'avvento dei PP. Redentoristi ( XVIII sec.) di S. Alfonso M. de Liguori ( Liguorini), con la loro grande tradizione delle Missioni Popolari e le pratiche devozionali degli " Orologi della Passione". Alla milizia degli Alabardieri (chiamati in questo modo per l'alabarda che portano, ed è un'arma che richiama sia i soldati spagnoli, che le Guardie Svizzere Vaticane) e alla Varetta (bara dove è disteso il Cristo deposto dalla Croce) seguono le Addoloratine che rappresentano le Pie Donne. Chiude la processione la statua della Vergine Addolorata portata a spalla dai confratelli dell'Immacolata, con a guida il Seggio Priorale ed il gruppo cantori che annunciano, nei punti prestabiliti, l'arrivo della Vergine. A tali cantori, è riservato un posto privilegiato e di rispetto nei confronti della Madonna. Difatti, per ogni Confraternita in generale e per ogni confratello in particolare, portare la statua della Madonna o cantare in Suo onore, sono incarichi cui non si può, non si deve e non si vuole rinunciare: testimonianza, questa, di forte devozione mariana che emerge prorompente. La processione ha come itinerario il passaggio dalle seguenti zone: Bastione, Carri, Gironi, Ponte Grandi e Fetta (salita) degli Angeli, S. Rocco e il Convento di S. Maria degli Angeli situato alle falde della collina Celéa distante dalla partenza circa 2 Km.
Il lungo corteo penitenziale quindi, arrivato al Convento, dopo la spettacolare e suggestiva salita della ?petta? degli Angeli, effettua una breve pausa anche per dare la possibilità del primo cambio del Cristo, in una stanza del convento e lontano da occhi indiscreti, quindi riparte, e in concomitanza, la Confraternita di S. Caterina si avvia dalla chiesa omonima per arrivare al ponte Granéli prima della Croce di penitenza. Giunta sul ponte, la Confraternita dispone il passaggio della Processione e, al sopraggiungere della Vergine Addolorata, esige d'essere loro consegnata per regola e per principi inderogabili: dal ponte Granéli fino al luogo della riconsegna, il territorio ricade sotto la propria giurisdizione e controllo. La Confraternita dell' Immacolata consegna l' addolorata Madre ai dodici confratelli di S. Caterina e ne riceve in cambio dodici piccole croci di legno che, al punto di scambio saranno loro restituite alla riconsegna della Vergine Maria. Questo momento è molto spettacolare e anticamente anche molto "delicato" per via delle rivalità tra confraternite. Avuta la consegna, il gruppo cantori di S. Caterina Le rende omaggio con un canto (O... Maria...) e la processione riparte, raggiungendo il massimo della partecipazione figurativa e della emotività, con l'aggiunta di oltre 70 confratelli. E' consentito ad un solo esponente della Confraternita dell'Immacolata di rimanere accanto alla Vergine. La processione si sviluppa per la salita "petta" di Granéli, passando per i rioni Cerasìa e Porterha, giungendo alla chiesa di S. Caterina che trovasi nella zona sinistradel paese e localmente detta "Mancuso", per poi ripartire e raggiungere il luogo prefissato per il secondo passaggio di consegne: Il "Fosso". La Confraternita salutando la Vergine Maria con un canto, si riprende le dodici piccole croci precedentemente date alla confraternita dell'immacolata. La tradizione vuole, che se non vengono riconsegnate tutte le croci non può avvenire lo scambio della consegna di Maria Addolorata, con il conseguente blocco della processione e le relative conseguenze, ma sono oramai diversi gli anni che questa eventualità viene attentamente evitata. Il possesso della statua della Vergine Addolorata è salutato con un canto, e la processione si avvia verso la chiesa di S. Domenico. Arrivati presso la chiesa, il gruppo Cantori si avvia presso il vicino Calvario per intonare un canto devozionale, e contemporaneamente, nella chiesa, avviene il secondo cambio del Cristo che porta la croce. Effettuato il cambio, la processione riprende la terza tappa percorrendo tutto Corso Umberto e passando dalla Chiesa dell'Annunziata, dalla Chiesa Matrice, per poi proseguire per la Chiesa di S. Maria e di li a poco alla Chiesa di S. Nicola, nel rione storico della "Jusuterra". La processione si avvia mestamente al termine arrivando alla chiesa dell'Immacolata, tappa che apre e chiude l' itinerario religioso della Processione Penitenziale dei Misteri Dolorosi del Sabato Santo. Assistendo alla processione, è come vedere una sequenza fotografica in tempi e spazi diversi ( come la circostanza che il Cristo vivo sotto la pesante Croce è seguito dal Cristo morto nella Varetta) e tutto ciò, oltre ad essere toccante dal punto di vista emotivo, è scenograficamente molto rappresentativo. Finisce così, tra il luccichio delle stelle primaverili, la rappresentazione scenica del Mistero della Morte dell'Uomo - Dio, venuto per redimere gli uomini incapaci da soli, a trovare la libertà dalla schiavitù del peccato e del male. È un simbolo che nella rappresentazione scenica ricorda il percorso del sole: l'azzurro del mattino (Confraternita dell'Immacolata) il rosso mezzogiorno (Confraternita di S. Caterina), il nero della notte (Confraternita del SS. Rosario). Il ritorno alla Chiesa dell' Immacolata esprime la certezza di un nuovo giorno di Luce e di Resurrezione, per vincere le tenebre della notte e la cecità del male.
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