T O P I C R E V I E W |
Fausto |
Posted - 03 May 2005 : 13:27:13 La Juve ha deciso di non parlare con i giornalisti: un malcostume che nella Nba sarebbe impensabile. Intanto si incrina l'alleanza dei bianconeri col Milan MILANO, 3 maggio 2005 - La medievale arretratezza del sistema calcio, così com’è concepito in Italia, viene ciclicamente sottolineata dai silenzi stampa che i club in difficoltà impongono ai loro giocatori. Ultima in ordine di tempo, la Juventus ha imbavagliato i suoi tesserati "per evitare ulteriori polemiche" dopo alcuni fatti definiti sconcertanti: la prova-tv ai danni di Zlatan Ibrahimovic, il caso della cassetta di Fabio Cannavaro, una serie di errori arbitrali favorevoli al Milan. Ai fini della comunicazione quotidiana cambia poco: quando il capitano della Nazionale sceglie Striscia la notizia anziché una regolare conferenza stampa per spiegare il suo comportamento nel video famoso, vuol dire che l’ambiente è impazzito oltre ogni possibile cura. Dal vecchio Davids del nandrolone al Vieri anti-giornalisti dell’Europeo, all’ultimo Gattuso del mancato prelievo di sangue, ci sentiamo premettere sempre più spesso "parlo io e poi non risponderò a domande"; quelle, semmai, si concedono ai Fazio e ai Chiambretti, ai Bonolis e agli Staffelli, perché il sistema, ormai autoreferenziale, sposa il calcio alla televisione e non desidera intrusi, specie quando non suonano uno spartito gradito. Nemmeno George Bush, nelle sue conferenze stampa, si permette di rifiutare le domande: i nostri calciatori, sì. Da appassionato storico di basket Nba, Adriano Galliani si renderà perfettamente conto di quanto i silenzi stampa immiseriscano l’immagine della Lega che ha fortemente voluto dirigere per la seconda volta. Caro Galliani, David Stern (il capo della Nba, un manager) tiene i giornalisti nello spogliatoio fino a 20 minuti dalla prima palla a due e li spinge nuovamente dentro appena 10 minuti dopo l’ultima sirena, perché deve "vendere" al mondo Allen Iverson e Shaquille O’Neal, e se una sera Kobe Bryant ha le scatole girate e rifiuta il dialogo, il giorno dopo paga 10 mila dollari di multa. Gli affari sono affari. Galliani queste cose vorrebbe dirle, ai Moggi e a tutti gli altri amanti del silenzio. Ma ovviamente non può, visto che l’arma delle bocche polemicamente cucite è rivolta contro il suo Milan; perché è vero che dopo l’arbitraggio di Bertini seccamente favorevole alla Juve nello scontro diretto d’andata, il vento è cambiato. Ma è altrettanto vero che all’epoca si incrinò l’alleanza politico-economica Milan-Juventus che durava da un decennio. Un’alleanza che ora pare definitivamente in frantumi: curioso che succeda alla prima occasione in cui i due club se vedono direttamente fra loro per lo scudetto. Si vede che non era così salda. Proprio ieri l’Associazione calciatori, dando lodevole prova di essere rientrata nel mondo degli umani, ha accettato il principio in base al quale metà dei prossimi contratti possano essere legati al raggiungimento di un risultato: quando intaschi cifre così elevate, il rendimento non può essere un optional. Sarebbe buona cosa se in futuro denunciasse i commi dei contratti nei quali i calciatori s’impegnano a tacere se richiesti dal club: la libertà di parola non fa parte delle norme transitorie della Costituzione, o almeno non ancora. Altrimenti lo diciamo al Gabibbo.
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1 L A T E S T R E P L I E S (Newest First) |
Guerino |
Posted - 04 May 2005 : 16:07:28 Forza liverpool...
Guerino |
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