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 Caro diario, ecco il mio doping
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Fausto
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Posted - 14 March 2005 :  11:01:17  Show Profile  Visit Fausto's Homepage  Reply with Quote
Caro diario, ecco il mio doping
gli appunti choc di un ciclista
di EUGENIO CAPODACQUA


Gli appunti del ciclista
ROMA - In una stagione duecentodiciottomila unità di epo, la famigerata eritropoietina, l'ormone principe del doping negli ultimi anni; 396 pasticche di anabolizzanti vari, concentrate nei mesi del "carico", novembre e dicembre, quando serve recuperare in fretta ed intensificare gli allenamenti per il salto di qualità; 150 unità di Gh, l'ormone della crescita, invisibile ai controlli. Poi insulina a piacere, per fermare il catabolismo dei muscoli e aumentare le riserve di zuccheri; 230 unità di IGF3 la nuovissima sostanza che provoca gli effetti del Gh, ancora più introvabile.

E ancora: vitamine, integratori, aminoacidi, zuccheri, barrette, pomate, pasticche, supposte, flebo.
Non è la tabella di marcia di un poveretto, afflitto da chissà quale malattia, ma è lo choccante bilancio di una stagione da ciclista professionista. Quarantamila chilometri in bici; salite, discese, volate, sudore, fatica e farmaci. Proibiti e non. E' quanto emerge dalle pagine del diario fitto e meticoloso, di un ciclista professionista di discreto livello, A. T., (citiamo solo le iniziali perché è oggetto di un'inchiesta ancora in corso), che ha militato in squadre molto importanti, per poi passare nei ranghi dei cicloamatori, e finire nella rete di uno dei tanti sequestri antidoping dei Nas: l'operazione "Oil for drug" del maggio 2004.

Nonostante il ricorso massiccio a qualcosa come 27 tipi di farmaci diversi, A. T. non riesce ad emergere. Non solo non vince, ma fatica perfino ad arrivare al traguardo; colleziona ritiri e abbandoni. Tanto che a settembre, facendo un piccolo bilancio, scrive sconsolato sull'agenda: "Siamo a fine stagione, le cose non sono andate per niente bene, è stato un anno molto lungo se si pensa che ho cominciato a novembre con gli allenamenti e poi le cose sono molto cambiate, i corridori vanno molto più forte; da parte mia ci ho messo il massimo impegno per fare bene; l'unica cosa che dovevo fare con più decisione è fare molto Gh, almeno 4 unità al giorno divise 2 la mattina, 2 la sera; quel poco che ho provato ho sentito di stare molto meglio: più potenza e riesci a dimagrire più velocemente".

L'allenamento non basta. E' la farmacia che può fare la differenza. Bisogna rischiare di più. Il suo è un doping "invisibile", fatto di dosi piccole ma continue; mattina, pomeriggio, sera: due pasticche, una iniezione sottocutanea; una supposta, una flebo, un'altra iniezione. Non c'è tregua da gennaio a dicembre. Cambiano i prodotti con le stagioni (a seconda delle esigenze del calendario di gara), ma i farmaci ci sono sempre. E tanti. E' il doping moderno che inganna i test frazionando nel tempo le sostanze. A. T., infatti, passa indenne i controlli delle corse, anche quelle di rilievo, come le grandi classiche del nord: la Freccia Vallone, la Liegi-Bastogne-Liegi, l'Amstel Gold Race. Gare in cui l'Uci, la federazione di ciclismo internazionale mette in piedi un ferreo - ma inutile - controllo antidoping. Lui riesce sempre a farla franca, nonostante la sua sia un'odissea nel farmaco.

Il suo diario è un autentico prontuario farmacologico, fra eritropoietina, il farmaco che arricchisce di globuli rossi il sangue consentendo di trasportare più ossigeno; Gh, l'ormone della crescita, il principe degli anabolizzanti; antidolorifici a raffica; fluidificanti ematici per tamponare i danni dell'epo; addirittura anabolizzanti per animali come il winstrol, e poi testosterone, oxandrolone e simili; insulina, stimolanti, corteccia surrenale e perfino il "Theodur", uno spray ritardante normalmente usato per combattere l'eiaculazione precoce. Già, perché con tutto quel gonfiare e sgonfiare di ormoni anche il sesso diventa un problema.

Un gruppo di ciclisto in prossimità dell'arrivo ad una tappa del Giro d'Italia
A marzo era pieno di speranze: "In questo mese sono stato abbastanza bene; ho sentito miglioramenti soprattutto da metà mese... l'ultima tappa della Coppi e Bartali (una mini corsa a tappe italiana, n. d. r.) ho provato 1/2 cc di Luforan (prodotto spagnolo proibito, n. d. r.) e mi sono trovato buone sensazioni di forza e fluidità, nel finale di corsa". Racconta con pignoleria dei farmaci presi, ma anche dell'alimentazione: "Colazione normale, a pranzo pasta o riso a cena un po' di tutto, carne bianca, uova, prosciutto, formaggio, dolcetti vari...". Ma i risultati non vengono. E la corsa va dunque preparata meglio. "Preparazione di una corsa - scrive ad aprile - la mattina: 1/2 Geref (sostanza che stimola la produzione del Gh, vietata, ovviamente), 1/2 Luforan; 1/2 contramal (un potente antidolorifico per sentire meno la fatica); 2 carnitene; Neoton (carnitina) in vena, Caffeina a piacere e supposta di Optalidon. La sera: fare un carico di carboidrati, esafosfina (zuccheri) e Neoton in flebo". Per le corse a tappe c'è il Dinistenile, un potente steroide anabolizzante per recuperare più in fretta; da "fare a giorni alterni" assieme all'onnipresente Gh, non rilevato dai test.

La strategia è chiara: nei periodi liberi dagli impegni di gara si fa il "carico" ma in piccoli dosaggi ripetuti più volte, per passare fra le maglie dei controlli. Nelle giornate di gara poco o niente. Il resto lo fanno i test impotenti, inefficaci o peggio. Il nostro corridore assume 4000 unità di epo il 26 gennaio e il 27 passa indenne i controlli "incrociati" dell'Uci.

Oltretutto, da questo turbinio di prodotti il poveretto non riesce a trovare il minimo giovamento. La risposta ai farmaci, dicono gli esperti, è sempre molto soggettiva: c'è il fisico che "risponde" splendidamente, trasformandosi e quello che resta in "surplace". A. T. non solo non vince mai, ma più volte è costretto al ritiro e si lamenta. A luglio, in un solo mese, si sottopone ad una settantina di "assunzioni", fra epo, Gh, IGf, steroidi anabolizzanti, vitamine, integratori vari, ecc. Ma non va ugualmente: "Al Giro del Portogallo ho trovato corridori che andavano a tutta (non c'erano i controlli) ... sono venuto a casa, ho fatto le cose come dovevo, ma non sono servite a niente, perché al secondo giro in Portogallo i corridori andavano più forte...". Per rimediare non resta che una cura ancora più forte. Tra novembre e dicembre 170 pasticche di anabolizzanti vari, e il ricorso alle gonadotropine per limitare i danni ai testicoli. Poi arriverà di nuovo il tempo dell'epo e del Gh.

Quella di A. T. è una storia da brividi, solo a pensare ai possibili danni alla salute: nessuno conosce gli effetti dell'interazione di tanti farmaci insieme; ma è una storia che segnala il totale fallimento degli attuali controlli antidoping, fatti ancora - nella quasi totalità - in competizione. Confidava qualche tempo fa un funzionario del ministero della salute: "L'antidoping? E' uno spauracchio che deve stare lì, deve servire a tenere in piedi certe cose però; poi, se si deve fare seriamente, diventa difficile". Già, perché?

Tratto da Repubblica
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