Pubblicata in data : 9/5/2005
PREMESSE:
Liuba, Gerti, Dora Markus sono nomi di donna stranieri. Nessuna di queste donne interessava sentimentalmente il poeta. Non sono italiane. Sono donne straniere ed estranee al poeta. Gerti: compagna del suo amico Bobby Liuba (difficile identificazione) : donna ebrea che si allontana dalle persecuzioni nazi-fasciste. E’ una semplice amica del poeta. Dora Markus : donna che è esistita ma che Montale non ha mai conosciuto NB: l’estraneità di queste “donne” risulta un aspetto fondamentale in tutte le poesie di Montale.
Analisi poesia:
Note: La poesia sembra apparentemente comprensibile: “arca” : termine inusuale “flutto/diluvio/bufera” : situazione incerta presenza animali : “grillo, gatto” NB: nella poesia le cose che vengono negate esistono lo stesso.
“Non è il grillo ma il gatto del focolare”: grillo parlante di Pinocchio / Collodi grillo focolare , grillo domestico di Dickens grillo gabbietta : tipiche situazioni di feste fiorentine
“lare” : lari = protettori del focolare domestico
“splendido”: è la luce, l’anima ( quello che alla fine resta)
Non il grillo ma il gatto del focolare domestico ora ti consiglia, in qualità di protettore del focolare domestico della tua ormai famiglia dispersa
“reca una casa…” Quali sono gli animali che recano con sé una casa? Es: tartaruga, lumache;
Citazione ad Enea che porta il padre nel suo viaggio scappando da Troia e si porta con sé la divinità della propria casa. Così nella “casa” ci mettiamo dentro il grillo, il gatto e forse l’anima . NB: Tutto ciò si riferisce alla frase :“La casa che tu rechi con te ravvolta”
“..e l’arca leggera che sovrasta il flutto” : chiasmo
“e basta al tuo riscatto” indirizzo al quale deve andare Liuba
NB: Liuba che parte porta con sé il gatto e non il grillo anche se solitamente è il grillo che consiglia.
NB: La capacità di orientamento è il riscatto, l’avere un altro indirizzo.
“CARNEVALE DI GERTI”: ANALISI Questo è uno dei testi fondamentali della poesia di Montale. “Gerti” è un nome tedesco di donna .
La prima strofa è formata da un periodo ipotetico diviso in due parti, protasi e apodosi. Il poeta evidenzia qui un aspetto, facendo precedere la seconda parte della strofa dal trattino. Tutta la prima parte, fino al trattino, è una lunga reiterazione di protasi. Il trattino sostituisce un segno di interpunzione normale e serve a riassumere, in un solo punto, una situazione che si è venuta manifestando in modo più articolato. Osservando un altro aspetto legato al trattino notiamo che l’apodasi dà una “confusione” che merita attenzione. Montale è il poeta del periodo ipotetico perché la poesia che gli sta a cuore è proprio quella dell’ipotesi e della domanda. La sua è una poesia “della domanda” che gli permette di legarsi al lettore. Il Nostro vuole governare la complessità sintattica del periodo attraverso il trattino. Quest’ultimo introduce l’elemento fattuale decisivo, ovvero, l’elemento biografico. Montale scrive a Roberto Balzen, legato a Gerti, e dice : << Ho fatto leggere in giro questa poesia , e mi hanno detto che funziona anche per chi non è al corrente dei fatti>>. Nel periodo ipotetico il “forse” serve a rafforzare la stessa situazione ipotetica. Le ipotesi elencate sono tutte riferite ad una cosa che deve succedere: sono delle previsioni, delle incertezze. Abbiamo, però, una strana situazione: una predizione volta al passato. Leggendo, infatti, la prima strofa abbiamo le prime due ipotesi:
<> Tra ruota e cavallo un rapporto che possiamo certamente immaginare è una “carrozza”. “Stelle filanti” : quelle di Carnevale. <> : In Montale l’improprietà linguistica è sempre spia di qualche altra cosa.
“Impiglia / Impenna” : parallelismo ( nb: abbiamo l’animazione dell’inanimato)
“Impiglia / groviglio” : è un gioco di parole. Possiamo chiamarlo anche procedimento “iconico”, un
“addensamento” di suoni consonantici : impiglio, groviglio, cavallo, calca ecc Leggendo capiamo che siamo di fronte ad una situazione infantile, favolosa.
La “calca” è la folla, quella folla che abbiamo visto anche in “Buffalo”.
Altra ipotesi è <> << un lungo brivido d’iridi trascorrenti>> come possiamo notare Montale usa termini suggestivi. “Brivido, iridi” : sono due parole sdrucciole in stretto rapporto fonico. (nb: la parole sdrucciole sono un tratto distintivo in Montale).
“Capelli /mani” : servono a dare immediatamente una presenza, alla quale, Montale si sta rivolgendo.
le“iridi” : coriandoli
le “ocarine” : strumenti a fiato. ( nb: la scena è cittadina)
“flebili” : parola sdrucciola
“Flebili ocarine” : indica una specificità dell’oggetto. Le flebili ocarine sono le trombette di Carnevale. I bambini alzano le trombette in segno di saluto. I coriandoli rappresentano i fiocchi di neve. Note: Montale ha suggerito che questa poesia sia ambientata a Firenze, dove si trova l’Arno ( cioè il “fiume” del verso 8 della poesia).
“Come la neve, si sfaldano anche questi lievi echi”
Altra ipotesi, << Se si sfolla la strada e ti conduce in un mondo soffiato entro una tremula bolla d’aria e di luce dove il sole saluta la tua grazia…>> ( abbiamo qui una “ipotetica interpretativa”).
“Sfolla” : verbo tipicamente montaliano.
“Soffiato / Bolla” : la bolla di sapone, con la sua estrema fragilità. Nb: le bolle in questione sono delle illusioni.
“saluta la tua grazia….”, una galanteria questa abbastanza estranea per Montale.
Gerti si trova << in un mondo soffiato entro una tremula bolla d’aria….>> Se si sfolla la strada e ti conduce “in un mondo….” Hai ritrovato la strada. Montale si preoccupa di specificare che questo ( vedi versi 13, 14, 15 ) sia un vero rito, tipico delle regioni del nord, basato su una specie di profezia.
“piombo fuso a Mezzanotte”: non è una mezzanotte qualsiasi, ma, appunto, quando “finì l’anno tranquillo senza spari”. Gli spari di Mezzanotte segnano un fine anno tranquillo.
Seconda strofa: “Ed ora vuoi sostare dove un filtro fa spogli i suoni…al becco dei pavoni” La Persia era chiamata “Il trono dei pavoni”, perché il pavone è un animale araldico: ha una sua funzione di emblema ufficializzato. Un animale simbolo di nobiltà; i pavoni non sono uccelli qualsiasi. ( nb: “araldico” nel senso di “sogno di distinzione e di nobiltà”.) I “suoni” vengono decantati; un filtro smorza i “suoni” Montale dice a Gerti che da adesso in poi lei sta fantasticando.
Cosa hanno in comune la “bolla di sapone” ed i “fumi”? La volatilità.
Il termine “chiedi” è una specie di latinismo, un “cercare”, un “perseguire”.
Gli “onagri” sono degli asini selvatici che fanno coppia con i pavoni, in quanto animali selvatici e di lusso. Gli onagri mangiano le zollette di zucchero come i cavalli. Però il poeta non dice zollette, ma “quadri”. ( significa pertanto che ci vuole suggerire l’idea del quadro).
<> uso transitivo del verbo “spuntare”. È il topos dell’età dell’oro; l’epoca in cui la natura era alleata all’uomo.
Che rapporto c’è tra gli asini che mangiano quadri di zucchero e i tozzi alberi che spuntano germogli?
Il sogno di Gerti viene rappresentato proprio come l’età dell’oro, dove gli animali mangiavano dalle mani degli uomini. NB: in qualche modo, in questa poesia, la realtà si piega al sogno.
Terza strofa: “Oh il tuo Carnevale sarà più triste” “Oh il tuo carnevale” : situazione araldica, tipica in tutta la poesia. - Tu sei chiusa da persone che vorresti avere vicina ma che non hai ed a cui vorresti regalare i tuoi doni.
“carri dalle tinte di rosolio” : rosolio = liquore dolciastro ricavato da piante fiori ed erbe con colori particolari molto spiccati. “carri”: sono carri giocattolo con riferimento al carro di carnevale iniziale.
“fantocci ed archibugi” : situazione carnevalesca
“arseni lillipuziani” : Lilliput “viaggi di Gulliver” (paese personaggi piccolissimi) / “arseni” piccolissimi “l’urna li segnava a ognuno” : Frase importante della poesia ( puro Monatale)
“urna” : offre un senso di ufficialità designando anche un aspetto ambiguo. Quindi ci dà contemporaneamente una “precisione” ed una 2equivocità”.
“li segnala” : improprietà voluta dove “segnalare” sta per “assegnare”. NB: “l’urna li segnava……..amici l’ora….” In questo verso c’è “bifrontismo”. C’è un doppio senso di marcia caratterizzato dall’enjambement.
“l’ora che il Gennaio si schiuse…” : questa è una precisazione temporale (mezzanotte del 31 dicembre ); c’è anche qui una situazione d’ambiguità capace di creare delle risonanze, dei fraintendimenti.
“e nel silenzio si compì il sortilegio” : frase molto importante nella poesia. Frase chiave. SORTLEGIO: parola sproporzionata legata al MIRACOLO. Il sortilegio è una cosa precisa.Una vera operazione magica…..
Altre Note: Il poeta dà delle spiegazioni circostanti, ispiratrici, di questa poesia con alcune note biografiche ( es: capodanno / determinazione temporale precisa). C’è quindi un riferimento ad un episodio personale. Anche in questa poesia montaliana importante risulta la tecnica del “correlativo oggettivo” che ,come sappiamo, è diversa dalla poetica degli oggetti. Montale sottrae identità personale, riconoscibilità, ottiene un prodotto e lo risistema affinché raggiunga il suo obiettivo. POESIA caratterizzata da una strofa introduttiva con circostanze ipotetiche:
Abbiamo una “protasi” con delle premesse • Carro, stella filante • Cavallo che si impenna ( Descrizione carnevalesca – Firenze 1930 )
Abbiamo poi una “apotasi” : che ci offre l’importanza di questa poesia
“....Hai ritrovato forse la strada….”:
“forse” = parola tipicamente montaliana / poetica del dubbio. C’è in Montale un privilegio per le situazioni incerte e di dubbio. Parliamo di “zone di dubbio” che noi non riusciamo a controllare perché invisibili, superiori alla nostra anima o al nostro stesso cervello.
“Hai ritrovato la strada…” : elemento di semplicità e di familiarità;
“il tempo che ti batte al polso”: al polso batte il “battito cardiaco”;
LE FIGURE FEMMINILI NELLE OCCASIONI DI EUGENIO MONTALE. Gerti, Liuba e Dora Markus sono l’anticipazione di una estraneità del poeta rispetto alla vicenda o alla situazione psicologica di cui tratta. Notiamo che sia Gerti, sia Liuba che Dora Markus sono nomi femminili stranieri. Nessuna delle tre era una donna che interessava al poeta: Gerti pare che fosse la compagna del suo grande amico Bobbi Bazlen, donna con la quale Montale aveva evidentemente dei rapporti. Per quanto riguarda Liuba , si tratterebbe di una donna di religione ebraica che si allontana dall’Italia in concomitanza con le prime persecuzioni naziste, una conoscenza di Montale. Dora Markus è invece una donna che Montale non ha conosciuto. Abbiamo una lettera in cui Bobbi Bazlen chiede a Montale di scrivere una poesia per una donna che ha belle gambe e di cui gli manda la fotografia. Quell’essere straniere ( di Gerti, Liuba e Dora Markus) è parallelo ad una estraneità. In qualche maniera queste poesie celebrano estraneità. L’estraneità come mito. Dora è una donna straniera in quanto è una donna estranea: non è la sua donna. Ricordiamo Dante e la donna schermo (Vita Nova): Dante è innamorato di Beatrice, però per mascherare la sua passione fa finta di guardare un’altra. Nel caso di Montale c’è sempre una donna schermo, ma non uno schermo nel caso della Vita Nova: non è una donna alla quale finge di mostrare affetto , o devozione. La donna in questione (D.M) è una donna schermo perché in realtà scherma, sostituisce, rappresenta e incarna questa situazione di sostituzione che è quella tipica di Montale. Dentro questo componimento montaliano tutto quello che viene detto, presenta una faccia verso di noi e una faccia riservata al poeta, tutto quello che di questa faccia riservata a noi riguarda (apparentemente ) anche il poeta è sempre uno schermo , ovvero ,qualcosa che sta al posto di un’altra cosa. Montale non conosce la donna Dora Markus, e in più, nella seconda parte della poesia addirittura parla di un’altra donna (Gerti). La cosa che noi dobbiamo subito cogliere è il fatto che questi due personaggi femminili non sono la stessa persona, ma svolgono la stessa funzione. L’una vale l’altra dal punto di vista che interessa Montale. Sono due donne che non sono semplicemente estranee, prese a caso, ma sono l’incarnazione dell’estraneità . La donna in questione ( D. M.) è una donna che non riguarda Montale. Queste donne che non lo riguardano presentano allora una stranezza, ovvero, creano un miracolo: il miracolo sta nel fatto che improvvisamente quella contrapposizione che noi abbiamo iniziato a vedere negli Ossi- cui da una parte c’è il poeta (la vita) ,dall’altra il lettore e il testo – adesso cambia. Allora il poeta non sta più dove stava negli Ossi , ma si è spostato: il poeta sta dalla parte nostra, perché anch’egli , come noi è estraniato rispetto agli affetti di cui sta parlando. Egli si trova nella stessa posizione dubitativa, ansiosa, approssimativa, distaccata. In questo momento si crea questo primo e significativo cambiamento di prospettiva: Gerti, Liuba e soprattutto Dora Markus realizzano la riunificazione della posizione del poeta con quella del lettore. Lettore e poeta sono ugualmente estranei rispetto alla donna. Il problema non è la veridicità, o la qualità del sentimento del poeta: il problema reale è il senso. Succede una cosa miracolosa: mettendosi dalla parte del lettore, Montale lancia una sfida e dice: “ Andiamo a vedere se nell’offerta dell’occasione , se nell’offerta del caso, se nella offerta della fortuna, sia io che il lettore riusciamo a trovare un senso. Allora il miracolo diventa veramente tale. Sia il poeta che il lettore sono posti rispetto alla poesia nella stessa posizione: Sia il poeta che il lettore si mettono di fronte alla poesia come qualcuno che aspetta notizie, come qualcuno che vuole apprendere, come qualcuno che vuole dare una svolta alla propria vita. Questo è il miracolo!
Autore Guerino Nisticó
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