Pubblicata in data : 9/5/2005
Nicola Misasi è uno degli autori calabresi più importanti della letteratura calabrese e meridionale ma anche uno di quelli, insieme a F. Seminara, dimenticati dalla critica letteraria italiana e soprattutto dal “Palazzo”.
È il padre del “Romanzo calabrese” che attraverso la sua narrativa riesce a trattar la storia della Calabria e del suo popolo non nascondendo assolutamente niente. Storico, divulgatore, allievo del prof. Bianchi, è stato sempre un grande “uomo di Calabria”.
Figlio di Calabria ed amante di tutto ciò che la riguarda, cerca attraverso il suo impegno letterario di “indottrinare” il suo popolo pur sapendo, che ai suoi tempi, il popolo calabrese non era ancora pronto alla “rivoluzione” ed al cambiamento. Vero professore e pedagogo, scrittore militante impegnato, cerca di restituire dignità a tutto il popolo calabrese dando il “diritto di parola” a tutti e soprattutto ai contadini. I suoi romanzi, ed in genere la sua letteratura, cercano di “ricompattare” l’animo dei calabresi , rivendicando le loro virtù ed i loro valori , calunniati ed offesi, come ha sottolineato nella fase introduttiva del convegno la prof. Lanzillotta, per secoli e secoli da tutto e da tutti. Nicola Misasi rappresenta, quindi, il simbolo della calabresità , il simbolo di un intero popolo offeso nei secoli nonostante i suoi aspetti generosi e magnanimi.
Pertanto, la sua vendetta narrativa si offre attraverso una difesa del proprio popolo che lui racconta con un metodo di procedere diretto, a stretto contatto con la realtà, con uno studio documentato fatto di continui viaggi e di grandi indagini. La sua letteratura “mette in evidenza entrambe le facce della medaglia” trattando sia il “brigantaggio buono e patriottico” e polemizzando su quello “violento”. Il suo resta comunque un grande obiettivo revisionistico sulla storia del popolo calabrese con fini propositivi capaci di andare oltre il suo stesso provincialismo. Così il libro nato dalle “mani” di Marino ha diversi meriti letterari innanzitutto perché ripropone il “dimenticato” Nicola Misasi.
Le tesi di fondo di questo libro sono basati sulla voglia di rivincita alimentata dalla stessa letteratura, vista come strumento di riscatto. La scelta, da parte di Marino, di trattare Misasi e la sua letteratura risulta una scelta singolare, di parte, parziale. Il libro mette in risalto le opere di Misasi che sono spesso caratterizzate da situazioni calabresi romanzesche, tipica appunto della miglior “letteratura popolare”. Mette infine in risalto i caratteri letterari più importanti del “nostro” letterato calabrese : il suo continuo obiettivo di compiere sempre delle opere buone; la sua ispirazione verista con assunti popolari e romanzeschi; l’istanza di carattere ideale-politico; il rifiuto del canone dell’impersonalità perché vera letteratura militante politicamente impegnata.
Autore Guerino Nisticó
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