Pubblicata in data : 10/5/2005



Io personalmente risponderei così:

“…Non esiste una cosa chiamata letteratura. Esistono uomini e donne che scrivono libri, uomini e donne che li leggono. Spesso scrittori e lettori si trovano d’accordo nel definire opere letterarie alcuni dei testi contenuti nei libri, ma la definizione varia col variare delle epoche e dei gusti. Anche gli specialisti, i critici, gli storici letterari non sono riusciti fino a oggi a inventare un criterio certo e definitivo per distinguere ciò che è letterario da ciò che non lo è…”
Partendo da tutto ciò potremmo, pertanto, definire “opere letterarie” tutti quei testi che un lettore può leggere semplicemente perché ama leggerli. Non importa che abbiano un’utilità pratica o che raccontino fatti reali ma…che sappiano commuovere, divertire, intrattenere, emozionare chi legge. Ci sono, infatti, opere scritte nel più lontano passato che parlano di un mondo scomparso e propongono idee invecchiate, ma restano ugualmente giovani ed attuali e tutto ciò fa sì che i lettori di oggi, attenti e veramente appassionati, trovino, nella loro maestosità, personaggi, situazioni, sentimenti che parlano alla loro mente ed al loro cuore come se l’antico scrittore fosse un contemporaneo. Quindi la “storiografia” della nostra letteratura è una vera e propria “storia” di libri, e di persone che li hanno scritti e letti. Il suo scopo è quello di aiutarci ad individuare, ed a collocare nel tempo e nello spazio, tutte quelle opere letterarie che, in base all’esperienza delle generazioni che ci hanno preceduti, vale la pena di leggere e se ed in quale misura, i libri che i secoli passati ci hanno lasciato in eredità, siano vivi ed attuali anche per noi.
Personalmente potrei continuare a parlare delle passioni e degli amori che questa materia ha fatto scoppiare in me fin dal primo giorno di studio, e questo si può notare nella scelta di approfondire i miei studi su Pasolini (possibile argomento di tesi ), ma…sarebbe ridondante e nello stesso tempo banale poiché l’amore che io nutro per questa materia è indescrivibile.




Autore Guerino Nisticó