Perché? Non siamo noi a dirlo ma è la realtà che ci circonda che lo dimostra senza mezze parole e senza tante storielle. A volte è difficile trovare delle risposte, delle altre quasi impossibile pensarci a trovarle!Si nasce, si cresce, si muore...basta! È la natura, la vita è così - qualcuno potrebbe dire - ma mi sa tanto che tutto ciò è un alibi ben accettato da tutti, la nostra rassegnazione in persona, tutto ciò che ci lascia inermi ed apaticamente immobili di fronte a qualsiasi forma di staticità eccessiva. Tutto sembra fermo a Badolato, nel comprensorio, in una regione falcidiata dalle speculazioni economiche di imponenti gruppi di potere che “lottano con i denti” per tutelare i propri interessi. Una TERRA, la Nostra, massacrata da qualsiasi tipo di mafia che, oltre a caratterizzarla negativamente, continua a lasciarla nell’arretratezza economica, culturale e sociale. Questione meridionale irrisolta?!
Pare non esista più nessuna via d’uscita, nessuna “forma intelligente” capace di tirarci fuori da questo persistente sottosviluppo locale e regionale. Tutto eccessivamente statico - a questo punto potremmo dire – dove nessuno vuole o riesce a muovere un dito per cambiare qualcosa; almeno sforzarsi a provare! Chissà, forse saranno le feste, forse l’aria del Natale? Ma non è sempre…Natale! Navighiamo in cattive acque da tempo e nessun marinaio capace e lungimirante ha mai aiutato la ciurma, ad uscire dall’impasse o a trovare una degna soluzione. Tutto tace incredibilmente ma c’è ancora qualcuno che crede nella lotta, nel riscatto di un territorio e di un popolo che, oggi più che mai, sente sua la necessità di dare una svolta radicale alla realtà che lo circonda e di investire tutte le proprie energie in nuove forme di sviluppo possibile.
A distanza di pochi mesi dalla storica “Notte della s.s. della 106” dell’08 agosto il Comitato Giovani 2006 di Badolato scende nuovamente in piazza a fianco di Franco Nisticò, portavoce battagliero del Comitato di lotta del Basso Jonio. Contro le istituzioni, i politici mantenuti, le classi dirigenti (locali e non) silenti che hanno praticamente dimenticato le istanze dei propri elettori e di tutti quei cittadini che continuano a credere nello Stato pagando le tasse. Tranne qualche contentino occasionale e sporadico, tranne le solite parate congressuali, tranne le tante parole sperperate in giro da un convegno all’altro qui non giungono risposte da decenni: zero fatti, zero!
Basta!, urge il “cambiamento”. Un cambiamento tanto proclamato da Franco Nisticò e dalle componenti del Comitato Giovani 2006 e da tantissime altre realtà associative provinciali, che hanno deciso di occupare ad oltranza la delegazione comunale di Badolato M.na tenendo alto lo stato di attenzione sulla macro-vertenza del Basso Jonio: treni che vanno e che poi spariscono, strade mortali che continuano a nuocere vittime e che nessuno vuole veramente ammodernare, viabilità allo stato arcaico, assenza delle istituzioni nella lotta alla criminalità, zero occupazione e disoccupazione giovanile alle stelle, crescita e sviluppo ai minimi storici con un turismo fermo e bloccato.
Un presente senza certezze, un futuro senza speranze. Continua così l’emigrazione verso il nord, continua lo spopolamento dei nostri paesi che sono sempre più destinati a scomparire dalle cartine geografiche. Questi sostanzialmente i rischi che minacciano la “vita” delle nostre popolazioni, la nostra stessa esistenza. Queste le premesse introduttive di una “Tragedia” che la Storia ed il nostro “silenzio” e la nostra “stupida rassegnazione” stanno scrivendo per la resa dei conti. Ora però - dopo aver atteso inutilmente delle risposte ai tanti problemi che affliggono il nostro territorio - non bisogna mollare assolutamente la presa, bisogna continuare a lottare seriamente.
La politica si è dimostrata incapace di dare una soluzione ai problemi infrastrutturali ed economici del Basso Jonio. Dobbiamo manifestare TUTTI - ripeto tutti, partendo innanzitutto dai nostri stessi amministratori comunali – lo sdegno e la rabbia che dilaniano quotidianamente il nostro animo. Bisogna coinvolgere, in un progetto di lotta di ampio respiro, i cittadini e i giovani e tutta la società civile. È necessario far capire alla gente che occorre riprendere in mano il proprio destino dando un segnale forte alle istituzioni politiche. Noi costruttori protagonisti del nostro presente e del nostro stesso futuro. La posta in gioco è altissima e serve uno scatto d’orgoglio generale.
Credere in tutto ciò non costa niente ma è necessario intervenire fin da subito per contrastare una situazione socio-economica alquanto problematica, quel degrado istituzionale e politico che fanno della nostra regione e del nostro comprensorio quel lembo di TERRA dimenticato ed abbandonato da TUTTO e da TUTTI. Ora e subito…prima che sia troppo tardi!
Autore : Fuser
Ultimo aggiornamento di questa pagina : 20/1/2007
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