Frida Kahlo era minuta come un elfo e vestiva come una Dea Azteca. EŽ stata narratrice del Messico in rivolta, e melodrammatica esponente artistica del novecento.
Il suo tropicale travaglio esistenziale avvinghia ghirigori di sofferenze, esuberanze alcoliche, e rimbombanti risate. Frida come un San Sebastiano, come un Cristo martoriato, come una papaia lacerata o una bandiera scorticata. Non era un fiore fragile e menomato; non è stata una vittima silente. Frida sapeva mordere la vita, era uno spirito burlone che adorava i carnevali popolari pieni di mostri dalle oscure fantasie.
Attingeva gnoseologicamente il pennello nella propria psiche, nella propria carne, prima di farlo scivolare sulle tele e mettersi a nudo, quasi a dire: "Ecco, Io sono questa". Piangeva e non soffriva, sanguinava e non gridava. Il suo fisico era deturpato ma appariva sontuosamente integro e carico di erotismo. Nella sua religiosa ma atea ricerca, Frida Kahlo, trovò nella cosmogonia messicana lŽallegoria tra mondo e la vicenda personale, lo sforzo sovrumano della volontà di fare e di conoscere per dare forma al pensiero.
Il risultato è una serie di immagini come ex voto, o Madonne laiche. Tuttavia nellŽiconografia cristiana la Vergine solitamente è ritratta circondata da luce divina, Frida, invece, si staglia nichilisticamente su uno spazio piatto o vuoto; come una tragedia che diventa lŽassoluta tragedia, come lŽallegoria tragica del dolore del mondo. LŽartista, la martire, la donna che irrigidisce dignitosamente la sua dolenza di fronte al destino.
Autore : Domenico Marcella
Ultimo aggiornamento di questa pagina : 26/12/2007
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