Come la vita di uno studente liceale può cambiare nel giro di pochi mesi? Con l’università ovviamente! Sembra ieri quando nel mio vecchio liceo di Soverato le giornate passavano tra risate e interrogazioni (ma indubbiamente più risate) e la vita era fin troppo facile, poi dopo gli esami di stato tutto è cambiato...Si va in giro per il ponte dell’università, con il marchio “matricola” scritto in fronte, nelle aule si incontrano maree di fuori-corso: povere ex matricole che non sono riuscite a passare “fisica 1” e ci tentano per la quinta o sesta volta.
Mentre noi comuni matricole aspiriamo a quel mitico 18 pregando di non dover andare all’orale. Che dire, tutta un'altra vita, molto più frenetica ma anche molto più divertente, solo ora si raggiunge la tanto attesa indipendenza che a diciott’anni ancora non si vedeva. Per non parlare della vita notturna che c’è intorno alle zone universitarie… le feste e le serate sono all’ordine del giorno: tante, troppe p.r. che con i loro inviti ti invogliano a prender parte alla festa… certamente non si può andare a tutte altrimenti si farebbe la fine di coloro che è da vent’anni che sono all’uni e che ancora la laurea la vedono col binocolo. Qualche volta poi ci si può imbattere in fiumi di persone che festeggiano la laurea dei propri parenti, e ognuno di sicuro pensa in cuor suo “spero che prima o poi festeggerò pure io”.
Purtroppo non è tutto oro quel che luccica, e chi viene all’università dovrebbe avere come primo obiettivo quello di studiare, spesso rinunciando a tante cose che ai tempi del liceo si facevano tranquillamente. Qui gli esami incalzano e le distrazioni non sono consentite, anche se sarebbe molto più facile darsi alla bella vita, e passare un anno a divertirsi (quelli successivi non credo perché o si recupera il tempo perso, oppure solitamente ci si ritira...). Comunque il segreto per vivere bene l’università sta tutto nel sapersi organizzare, alternare lo studio al divertimento (certo, il primo deve prevalere), ma così tutto sommato ci si può laureare bene vivendo degli anni fantastici.
Ma ora che tutto è cambiato il pensiero va al “buon vecchio liceo”, e ogni tanto è bello ripensare ai momenti trascorsi con i vecchi compagni di classe, si rimpiange la leggerezza con cui si affrontavano i problemi, i prof. che si arrabbiavano se non studiavi, in qualche modo c’era come una mano invisibile che ti guidava e non ti permetteva di prendere cattive strade. Ora questa mano non c’è più e bisogna andare avanti con le proprie forze, e così si può dire di aver passato il periodo adolescenziale e di aver raggiunto una certa maturità. Mancherà anche il piccolo paesino in cui si è cresciuti, gli amici d’infanzia, in poche parole bisogna mettere la testa a posto. Non c’è più la mamma che aggiusta il letto, quando arrivi a casa non trovi già pronto, ma ti devi accontentare o di mangiare o meglio di “avvelenarti” a mensa oppure torni a casa, cucini, mangi e poi, cosa davvero brutta, lavare i piatti.
Concludo affermando che questa vita mi piace, e vi consiglio di venire all’uni, anche solo un anno a divertirvi come dicevo prima, perché è tutta un'altra storia, solo pensare che qui a Cosenza siamo in 35.000, tutti ragazzi nella fascia tra i venti e i trent’anni, a parte qualche persona che viene all’università a trascorrere gli ultimi anni della sua vita immerso nell’ otium letterario... qui comunque c’è la creme de la creme della gioventù calabrese. Qui si formeranno le persone che molto probabilmente sono candidate a mandare avanti la nostra regione sperando che non ci sia la tanto temuta fuga dei cervelli perché la Calabria ha realmente bisogno di persone valide.
Autore : Francescantonio Salerno
Ultimo aggiornamento di questa pagina : 26/12/2007
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