I badolatesi Marasà protagonisti all’interno dei live di Pelù in Calabria
“Una canzone per essere bella non dev’essere necessariamente famosa, questa è la vostra musica non dimenticatelo”: sono le parole che Piero Pelù, rocker fiorentino (ex frontman dei Litfiba), usa nei confronti di un gruppo che porta avanti con orgoglio le tradizioni della nostra regione, e in particolare di Badolato, i Marasà.
Siamo a Rossano, è il 19 aprile del 2005: io e Mariadomenica siamo partite oggi pomeriggio dall’Università della Calabria per seguire il nostro idolo che stasera e domani farà tappa nella nostra regione. L’ attesa per il concerto è grande, poi Guerino mi ha anche detto che stasera si esibiscono i Marasà e io sono proprio curiosa di sentirli dal vivo visto che ho già acquistato il cd “ad aria” e l’ho trovato molto interessante. E’ da dire che già dagli esordi Piero Pelù è stato affascinato dalle culture autoctone, e, sopratutto Badolato è come se fosse per lui una seconda casa: vi si rifugia ogni volta che può ed insieme ai suoi amici badolatesi trascorre nottate indimenticabili tra un bicchiere di buon vino ed una serenata (l’11 agosto scorso l’ha visto protagonista di un concerto indimenticabile che si è tenuto all’interno del campo sportivo di Badolato M.na grazie agli organizzatori della Festa dell’Unità 2005).
Il concerto comincia dopo le 22:00 e, dopo una serie di hits “Litfibiane” alle 23:30 fanno il loro ingresso i Marasà: Mimmo Audino saluta tutti e comincia ad intonare “Facci de n’ammendula mundata”; il pubblico è curioso, ascolta si chiede come mai sia possibile che all’interno di un concerto rock si possa esibire un gruppo folk.
Poi quando i Marasà partono con la “Sangiuvannisa” i ritmi veloci e travolgenti di questa bellissima canzone ci coinvolgono tutti e divertiti battiamo le mani a tempo di musica. Così alla fine della loro esibizione gli applausi sono tutti per loro e anche il “Diavolaccio” toscano non risparmia parole di elogio che ci rendono orgogliosi della nostra terra, terra troppe volte spesso mal considerata in primis da noi stessi. Noi ardiamo ancora sotto le ceneri di cui ci hanno cosparso, abbiamo solo bisogno di una grande spinta che dobbiamo cominciare a darci da soli; dobbiamo risalire dall’inettitudine in cui ci siamo gettati ed è questo che Piero Pelù ha voluto far trapelare dalle sue poche parole del concerto rossanese.
Io vivo nei pressi di una città che ha chiuso gli occhi e che perchè vuole dimenticare le sue origini; si vuole sentire all’avanguardia, vuole cancellare il suo passato…ed è anche per questo che ammiro tantissimo Mimmo Audino e il suo gruppo che con grinta portano avanti il loro progetto senza dimenticare mai che, quella che suonano è la musica dei nostri papà, dei nostri nonni, della nostra regione… è semplicemente “La nostra musica”. Questo probabilmente il segreto che ha portato “I Marasà” al successo, realizzando concerti anche in quel di Firenze e di Viareggio dove hanno riscontrato favori di critica da parte di tutto il pubblico partecipante.
Autore : Giusy Scarpino
Ultimo aggiornamento di questa pagina : 12/10/2005
|