I Ricchi e Poveri a Papanice

 

Inserita il 05/08/2006

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Mentre camminiamo per la piazza di Papanice, ed esattamente nelle vicinanze del locale del “Pizzaiolo”, (per gli amici Pino Corrado), sentiamo parlare degli avventori del locale con accento genovese.

Per tutta curiosità ci avviciniamo e vediamo il nostro amico Salvatore Carvelli seduto ad un tavolo con sei persone, stanno cenando, e voi certamente direte, “E a noi che c'è ….”. Lo salutiamo e notiamo che i suoi commensali sono facce note. Infatti il nostro amico era a cena in compagnia dei Ricchi e Poveri.

E allora come fa un giornale di provincia (proprio “La Provincia KR”” a perdere una occasione cosi ghiotta di un’intervista ad uno dei più famosi nonchè dei più amati gruppi italiani?

Garbatamente aspettiamo che terminino di cenare, ci avviciniamo e cortesemente ci fanno accomodare al loro tavolo.

Ci sono tutti e tre Franco, Angela e Angelo, il mitico trio è composto, per chi non lo sapesse, da due liguri ed un sardo.

Disponibili semplici e spontanei, come le loro canzoni, sono come in televisione, tali e quali.
Domandiamo ad Angela come fanno i “Ricchi e Poveri” a percorrere tutti questi chilometri, per queste tournee? (Ricordiamo che stasera 27 luglio, sono a Papanice, domani 28 luglio saranno a 1500 chilometri di distanza).

Ci rispondono “E’ vero che quando ti metti in macchina e percorri la strada per 5 o 6 ore, la stanchezza si fa sentire, ma quando sei lì sul palco e vedi il pubblico, giovane o meno giovane, la stanchezza sparisce subito, e la musica e lo spettacolo ci fanno dimenticare i sacrifici”.

Ormai il vico Cilurzo, dove e posizionato il tavolo dei Ricchi e Poveri, è pieno di fans. Diventano sempre di più, chi chiede una stretta di mano, chi fa la foto con il telefonino, ed il gruppo degli ammiratori cresce.

E’ la volta di Franco e gli domandiamo che cosa li tiene uniti da così tanti anni? Franco in maniera chiara e netta risponde che sono ormai 40 gli anni di collaborazione tra loro, “Sono stati 4 decadi di amicizia, stima, lavoro, e specialmente e soprattutto musica”. Continuiamo “Quando fate i concerti le piazze si comportano tutte allo stesso modo?”. “Tutto il mondo è paese …” dice Franco “Ci sono piazze più calde e ci sono piazze meno calde, l'importante, per quanto ci riguarda, è che noi riusciamo a portare il nostro messaggio con la musica”.

E le loro canzoni sono successi popolari cantate da tutti, grandi, ragazzi e bambini. Squilla il telefonino di Angelo, che nello stesso tempo viene accerchiato da un folto gruppo di fans, Angela ci chiede la macchina fotografica e tenta di rubarci il mestiere, come dirle di no? Diventa la fotoreporter della serata ed inizia a scattare delle foto.
Ci confessa che la fotografia l’ha sempre appassionata.

Mentre continuiamo la chiacchierata, con un pubblico che aumenta come se lievitasse, le domandiamo, che messaggio hanno voluto lanciare con la canzone “Che sarà?” (Scritta da Migliacci, Jimmy Fontana e Carlo Pes, e performata nella ormai mitica interpretazione di Josè Feliciano al Festival di Sanremo del 1971). “Era il 1971..” conferma infatti “… era il boom della emigrazione in Italia, e noi abbiamo interpretato questa canzone per elogiare i nostri emigranti.

E’ diventata un grande successo internazionale”. “Cosa volete dire con le vostre canzoni?”. “I nostri sono messaggi d'amore e noi li diciamo in musica.” Angelo ha appena finito di parlare al cellulare, e gli chiediamo come era andato il concerto a Simeri Crichi. Ci dice di una calorosa accoglienza, “Ci hanno trattati ottimamente, siamo stati ospiti in una azienda agrituristica da favola, dove ci hanno trattati da re e non da semplici ospiti, poi è stato anche un bellissimo concerto.” Mentre tutti e tre chiacchierano, Franco Baffone, la mitica Angela ed Angelo arriva Giuseppe, un bambino che in modo affettuoso prima bacia Angela, poi saluta anche noi, va a salutare Angelo ed infine Franco e qui Angela scatta una foto per immortalare la spontaneità di questo gesto carino.

Per dovere di cronaca riportiamo il menù scelto dagli artisti, che dal Pizzaiolo, nel vicolo Cilurzo, hanno mangiato; delle penne all'arrabbiata, braciole di maiale, caprese con pomodori di Papanice, pizza al prosciutto e pizza al tonno.

Un concerto che ha certamente coinvolto la piazza, canzoni cantate dai giovani e dai nostalgici della loro musica, ed appena hanno intonato “Che sarà”, come era prevedibile, i ragazzi hanno accompagnato, ma parecchi anziani hanno avuto gli occhi lucidi, dal ricordo dell’emigrazione, per la fortuna anche di essere tornati a Papanice da un viaggio che certamente non dava certezze del genere.

Papanice è effettivamente su una collina, e la canzone “Che sarà” gli va a pennello sia per la posizione topografica che per ragioni storiche ed economiche.
Ma la tristezza è svanita, e l’allegria, propria di questa band, è esplosa con “Voulez vous danser”, una tentazione irresistibile quella di accodarsi col canto, tutte le canzoni sono state cantate dal pubblico, e la piazza era colma.

Tra una caprese, una pizza ed un amaro, ci siamo salutati, li ringraziamo per la loro disponibilità.
Devono partire per continuare la tournee, la gente di Papanice ancora continua a salutarli calorosamente, chiede foto e autografi.
Non sono molto presenti in questi ultimi anni in televisione i “Ricchi e Poveri”, certamente continuano ad esserci nel cuore di chi ha ascoltato e cantato le loro canzoni, il pubblico non li ha dimenticati e non li dimenticherà.
Che lo si voglia o no i “Ricchi e Poveri” ormai fanno parte della storia della musica italiana in maniera irreversibile.

Non hanno fatto musica impegnata, la critica non è stata sempre tenera nei loro confronti, ma c’è sempre una qualche loro canzone che ciascuno di noi ha cantato in qualche momento bello della propria vita, e sicuramente in qualche momento di intimità con la propria ragazza, già solo per poter far pace dopo un litigio.


Enrico Pedace

La ProvinciaKR


Autore: Fausto

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