Inserita il 22/12/2006
News
Parlare di bullismo è ormai diventato l'argomento di molte testate giornalistiche e nello stesso tempo è diventato anche lo spazio da occupare per gli invitati alle varie trasmissioni televisive.
Per bullismo si intende episodio di arroganza da bambini e/o ragazzi verso i loro coetanei, e per definirsi bullismo deve accadere nell’Italia “produttiva”.
Se questo accade in una scuola di Papanice, quartiere del comune di Crotone, allora si tratta di delinquenza giovanile.
Potremmo dire un fatto di ordinaria violenza all'interno di un quartiere una normale lite fra giovani, ma tutto questo a Papanice, non si era mai verificato.
Tre ragazzi di 13 e 12 anni accoltellano un loro coetaneo, per il fuoco del 13 dicembre, il falò di S. Lucia.
La cosa deve preoccupare un pò tutti, incominciando proprio dal mondo della scuola, come istituzione, per poi portare a conoscenza di chi non vive a Papanice, dove non esiste nulla iniziando dal campo di calcio, per finire alla classica biblioteca, ed ad un centro di aggregazione sociale giovanile, portare a conoscenza dicevamo, che si tratta solo di disagi.
Certamente si tratta di bullismo, non quello che i cosiddetti “figli di papà” perpetrano ai danni di loro coetanei di più umile estrazione, ma più concretamente di vero disagio giovanile, molto giovanile visto i protagonisti dell'episodio, disagio che ti porta a cercare rispetto nel peggiore dei modi, con la violenza.
Allora che le istituzioni preposte si diano da fare a dare manforte al mondo della scuola, per un serio reintegro dei giovani in tutto e per tutto nella società civile.
Allora non può essere solo Torino, grande metropoli del bullismo, o tante altre realtà venuta alla cronaca in questi giorni.
“Prevenire è meglio che curare” , e certamente bisogna coinvolgere tutti, dalle scuole, al comune, alla provincia, e perchè no, anche il giudice dei minori e gli assistenti sociali.
Enrico Pedace
La ProvinciaKR
Autore: Fausto
|