Ottavio Porta - Una intervista

 

Inserita il 12/01/2007

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Intravedo Ottavio Porta con un grande cappello in testa camminare lungo per le strade di Papanice, nelle festivita’ di natale e come consuetudine, ogni volta che viene lo gira in lungo e in largo.

Ci salutiamo a vicenda e fisso subito un incontro per poterlo intervistare, è disponibile ed accetta volentieri la nostra richiesta.
Accendo il computer ed collegandomi al sito www.pozzomaina.it vedo scorrere la lettera che Ottavio Porta, presidente del Pozzomaina, Societa’ calcistica con scuola calcio riconosciuta dalla F.I.G.C., ha scritto in merito alla fusione di due grandi societa’ calcistiche, di due quartieri della citta’ di Torino, avvenuta nell’anno 1994.

Nella lettera riferisce che lui era il presidente della societa’ Pozzostrada dall’anno 1983 al 1994, con la societa’ Pino Maina fondata nell’anno 1949.
I soci di entrambe le societa’ eleggono all’unanimità presidente della nuova societa’ che stava per nascere, cioè il Pozzomaina, Ottavio Porta, carica che ricopre tutt’ora.
In questi giorni nelle librerie di Torino lo scrittore Tito Delton ha pubblicato un libro “Una storia , tante storie”, dove Ottavio Porta con le sue vicissitudini calcistiche viene ampliamente citato, apprezzando molto il suo operato.

Era settembre del 1966, quando Ottavio lascia il paese Papanice, aveva appena conseguito l’attestato di aggiustatore meccanico al C.I.A.P.I, primo anno d’apertura dell’istituto, e con l’incoscienza e l’esuberanza di un giovane di 17 anni, parte per una grande città come Torino, dove cresce, continua gli studi conosce la moglie Lina che gli regala due meravigliosi figli, Francesco e Amalia.

Quest’ultima lo rende nonno di due splendidi nipotini Alessio e Aurora e Torino diventa la sua città adottiva.
Il messaggio che indirizza invece a Francesco è che oltre alla vittoria del campionato della 1° squadra in eccellenza, allenata da lui, è di aumentare la famiglia con l’arrivo di altri nipotini.
L’esperienza piu’ significativa come lavoro è quella svolta all’ESA ( Ente Spaziale Europeo), dove ha potuto girare il mondo, soggiornando per circa 2 anni ad Amsterdam dove vi è la sede sperimentale dello studio dei satelliti.

Negli anni 80 si occupa attivamente di sindacato UILM, sempre inerente al suo settore di lavoro aero-spazio, dove diventa funzionario nazionale carica che mantiene fino al suo pensionamento. Tornando alla passione calcistica, oltre alla carica di presidente è stato eletto delegato assembleare del Piemonte Valle d’Aosta, (due soli componenti in tutto il Piemonte), e successivamente eletto componente della commissione benemerenze, del consiglio nazionale con tessera F.I.G.C. n. 36112, incarico che ricopre attualmente.
Anche se gran parte della sua giornata la dedica al centro sportivo che si trova in uno dei quartieri piu’ belli di Torino che fa parte della 3° Circoscrizione, dove oltre 450 atleti, divisi in 20 squadre e un centinaio di atleti che praticano il tennis.

Oltre alla promozione che è’ seconda in classifica, c’è la Juniores, gli allievi, i giovanissimi (tutti Regionali), esordienti, pulcini, e scuola calcio.
Nonostante tutto quello che è stato in grado di creare, è una persona umile e con i piedi per terra, e quando gli dico se la sua societa’ e’ legata a qualche grosso club, sobbalza dalla sedia e mi riferisce che per lui tutte le societa’ sono importanti e mi cita i suoi talenti che ha lanciato nell’emisfero del calcio professionistico, cominciando da Marcello Albino ( serie A, con il Modena e Cagliari), Alessandro Frara ( Juventus e Spezia serie B), Paolo Rossi e Marco Russo in serie C1, Esposito Simone e Raffaele Alcibiade (allievi nazionali Juventus) e non me ne vogliano se ha dimenticato qualcuno.

Una cosa bella del calcio è l’integrazione di giovani provenienti da paesi diversi.
La soddisfazione piu’ bella, dice il Presidente, è quella di camminare in una citta’ di un milione di abitanti e sentirsi come a Papanice, dove l’essere riconosciuto, salutato e rispettato è cosa che fa un immenso piacere, anche se gli amici piu’ veri, quelli dell’infanzia, Orazio, Raffaele, Panto, Mimi’, Pino, che purtroppo non c’è piu’, Cenzo, Tommaso, Tonino e Salvatore, con i quali si sente telefonicamente, oltre naturalmente ai famigliari.

La cosa meno bella è notare che a Papanice oltre a rubare spazi ogni anno ai cittadini, le vie sempre piu strette, gli spazi per parlare o camminare, sono scarsi, la struttura sportiva è proprio inesistente, e cio’ lo rattrista molto. Un abbraccio caloroso a tutto Papanice.

Enrico Pedace
La Provincia KR del 12/01/2007


Autore: fausto

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