Inserita il 29/03/2008
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Non è stato un messaggio edificante quello che la gran parte degli insegnanti (nove su dodici) della frazione Papanice ha dato ai loro alunni. Disertare la scuola nella giornata di giovedì, seppure con le pezze d’appoggio di certificati medici, non è solo una manifestazione di paura che viene trasmessa ai ragazzi ed alle loro famiglie, ma un abbandono del posto di lavoro, una diserzione in piena regola e in un momento particolare per la formazione dei ragazzi. Un messaggio che consolida la cultura dell’omertà, del farsi i fatti propri e tenersi lontano da vicende che pure li dovrebbero riguardare, poiché quando torneranno a scuola dovranno, almeno si spera, spiegare ai ragazzi che la strada della violenza porta inesorabilmente alla morte, che gli agi dei quali godono i criminali sono effimeri, come effimero è il loro potere, la loro tracotanza.
È nei momenti terribili che i giovani vanno guidati ed educati alla legalità, al rispetto degli altri, siano essi adulti che bambini innocenti; non servono i progetti e le conferenze sulla legalità e sulla sicurezza, servono gli esempi, i comportamenti, le azioni degli educatori e non le loro fughe, come se un giorno o due di assenza potessero far dimenticare, cancellare un contesto socio-culturale che ha bisogno, grande bisogno, di azioni e messaggi positivi che gli insegnanti possono e debbono dare, per contribuire a far nascere la speranza che Papanice non è il Bronx, non è la Chicago degli anni Venti, e anche se lo fosse, bisognerà lottare per cambiare la situazione e dare un futuro ai ragazzi, anche e soprattutto a quelli che, loro malgrado, vivono in un contesto familiare intriso di violenza.
La tensione per il duplice omicidio che ha insanguinato la Pasqua nella frazione Papanice, condiziona anche l’attività scolastica. Il giorno dopo il secondo agguato, mercoledì 26, i genitori hanno preferito tenere a casa i propri figli. Dalla scuola materna alla media inferiore, le aule dell’istituto comprensivo erano quasi deserte.
Benché gli edifici scolastici fossero presidiati dalle forze dell’ordine, una situazione simile si è verificata anche il giorno seguente: appena metà degli studenti delle medie ha varcato il cancello della nuova sede alla periferia della frazione; nell’edificio in centro, invece, alla materna si sono presentati solo 30 bambini su 120, mentre solo l’elementare è tornata quasi alla normalità.
Giovedì, però, sono stati i docenti a dare forfait: dei 12 previsti in servizio si sono presentati al lavoro solo in tre, richiamati dal preside, questi ultimi, dal riposo settimanale o sollecitati ad anticipare l’orario d’ingresso. Un’improvvisa malattia è stata la giustificazione all’assenza, anticipata alla direzione didattica dalla maggior parte degli insegnanti.
Entrambe le circostanze sono state segnalate dalla direzione scolastica alle autorità locali: politiche, amministrative e di polizia. Appresa dell’assenza dei docenti, il sindaco Peppino Vallone e l’assessore alla Pubblica istruzione Eugenia Garritani, hanno diramato una nota stampa nella quale si definisce la scuola “un presidio di sicurezza” e per questa ragione sindaco e assessore ritengono che “sarebbe stato auspicabile (...) evitare la coincidenza di un’assenza collettiva”, invocando infine “il senso di responsabilità” degli insegnanti.
Tratto da: ilcrotonese.it
Autore: Fausto
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