Inserita il 10/04/2008
News
Il sindacato con i cittadini onesti
di GAETANO MEGNA
C’ERANO soprattutto donne all’attivo provinciale unitario di Cgil, Cisl e Uil su “Legalità è sviluppo” che si è tenuto, nel pomeriggio di ieri, nella palestra di Papanice. Insieme ai massimi dirigenti provinciali e regionali del sindacato c’erano anche le massime autorità del territorio: il prefetto, Melchiorre Fallica, il questore, Gaetano D’Amato, il sindaco della città,
Peppino Vallone, e il vicepresidente della Provincia, Emilio De Masi. C’erano i bambini della scuola elementare con in mano una gerbera gialla, il fiore simbolo della resistenza alla penetrazione della mafia, e una rappresentanza degli insegnanti dell’Istituto comprensivo.
Il messaggio mandato dalla palestra di Papanice agli uomini della ‘ndrangheta è di quelli forti:
sindacato, istituzioni e popolazione hanno deciso di mettere insieme le forze per sradicare dal territorio «il cancro della ‘ndrangheta, che impedisce la crescita e lo sviluppo». Un territorio che ha già reagito alla mattanza di Pasqua collaborando con le forze dell’ordine. Dai microfoni dell’iniziativa sindacale è stato detto che le cose stanno cambiando e che la
‘ndrangheta non può contare più sulla cultura dell’omertà.
La gente ha capito che al punto in cui siamo arrivati non si può più andare avanti, perché non si può pensare che sia normale sparare e ferire gravemente una bambina di soli cinque anni,
la piccola Gaia, che in un letto dell’ospedale di Catanzaro sta combattendo la sua battaglia
contro la morte. «Qualcosa si sta sbloccando e la società deve fare sentire ai mafiosi che non li vuole e chiede di fare crescere i propri figli in un contesto più civile ».
L’altro messaggio mandato dal sindacato e dei rappresentanti del territorio è quello che «i tanti cittadini onesti che vivono ed operano a Papanice non saranno mai lasciati da soli». Questi cittadini potranno contare sull’aiuto del sindacato e dell’intero mondo del lavoro, che hanno deciso di intraprendere una dura battaglia contro la criminalità organizzata. Non a
caso alle spalle del tavolo della presidenza è stato esposto lo struscione dei lavoratori di Cellulosa 2000, la fabbrica che sta combattendo per sopravvivere alla dismissione.
E’ stato riconosciuta la risposta data dalle forze dell’ordine e, quindi, dallo Stato contro la criminalità organizzata del Crotone. Ma è stato anche chiesto di non abbassare la guardia quando non ci sarà più la situazione di emergenza. Lo Stato dovrà essere ancora più presente con un’azione quotidiana di prevenzione e repressione nel momento in cui finirà la guerra tra le cosche scatenatasi nelle scorse settimane, quando nel Paese non ci sarà l’attuale esposizione mediatica. Gli affari più loschi e pericolosi si fanno proprio quando le ‘ndrine smettono di farsi la guerra e pensano solo a fare soldi.
E’ stato detto a chiare lettere che la ‘ndrangheta «rappresenta il nemico storico della Calabria». Una forza oscura che «avanza anche per l’incapacità della classe dirigente».
Da Papanice si è voluto lanciare anche unmessaggio a tutto Paese di una Calabria che reagisce e che rifiuta di essere classificata come la terra della ‘ndrangheta e del malaffare perché è popolata da gente perbene che ha tanta voglia di lavorare. L’obiettivo di sconfiggere
e distruggere la mafia può essere, quindi, raggiunto a condizione che si crei sinergia e
la politica mette in atto le strategie per creare lavoro.
In più di qualche intervento è stato sottolineato che «sarebbe un errore pensare di sconfiggere prima la mafia e portare poi il lavoro o viceversa». Le due questioni dovranno avvenire contestualmente. Alla politica è stato chiesto uno sforzo per la trasparenza degli atti eun comportamento che non deve lasciare adito a dubbi di nessun genere. Anche alla scuola
calabrese è stato chiesto uno sforzo per educare alla legalità e per superare la cultura dell’omertà, che provoca più danni delle armi.
Non a caso l’iniziativa di ieri è stata organizzata all’interno di un edificio scolastico. L’iniziativa è stata coordinata dal segretario provinciale della Uil, Mimmo Tomaino, che ha introdotto i lavori. Sono intervenuti il prefetto Fallica, il questore D’Amato, il sindaco Vallone, il vice presidente della Provincia, De Masi, il segretario provinciale della Cisl, Pino De Tursi, quello della Cgil, Antonio Spataro e i tre segretari regionali del sindacato, Roberto Castagna, Luigi
Sbarra eVera Lamonica. I cittadini presenti hanno apprezzato (con gli applausi) tutte i ragionamenti, avanzati dagli oratori, che riguardavano le richieste di mettere in atto strategie per garantire la sconfitta della mafia e una vita normale. Nel pubblico erano presenti tra gli altri parlamentari Dorina Bianchi e Nicodemo Oliverio, il coordinatore dell’Ufficio scolastico provinciale, Salvatore Blandino, il sindaco di Cutro, Salvatore Migale, diversi dirigenti scolastici compreso quello dell’Istituto comprensivo che ha ospitato l’iniziativa, Giuseppe Alessio Cavarretta.
Tratto da: www.ilquotidianodellacaabria.it
Autore: Fausto
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