Omicidio Cavallo, Corrado inchiodato dai testimoni

 

Inserita il 16/04/2008

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martedì 15 aprile 2008


Resta in carcere Andrea Corrado, il ventenne di Papanice accusato di aver ucciso Giuseppe Cavallo e di aver ferito la moglie Rosa Russelli nel primo pomeriggio del 25 marzo scorso, in risposta all’agguato avvenuto tre giorni prima contro Luca Megna e la sua famiglia. Lo ha disposto il giudice delle indagini preliminari Paolo De Luca che, al termine dell’interrogatorio effettuato nel carcere di Crotone sabato mattina alla presenza dell’avvocato Leo Sulla, ha convalidato il fermo di Corrado ed emesso la misura della custodia in carcere.

In quella occasione il ventenne, che è apparso freddo e tranquillo, ha negato con decisione ogni addebito, asserendo di aver pranzato a casa della madre e di aver trascorso l’intero pomeriggio a dormire a casa della sorella. Per il gip De Luca, invece, gli indizi a suo carico sono decisamente gravi, a cominciare da alcune testimonianze che lo inchioderebbero. “L’elemento probatorio preponderante - scrive in proposito il giudice - è la testimonianza diretta della sorella della vittima... ed è un elemento probatorio ritualmente utilizzabile, verosimile, attendibile”.


Nei momenti immediatamente successivi al delitto la donna, attratta da alcuni botti simili a mortaretti e dalle urla per la strada, vide passare accanto a lei un ragazzo di altezza media, molto magro, di carnagione chiara, che indossava jeans sbiaditi e un giubbotto scuro tipo bomber, in testa un cappuccio di tessuto sottile nero, che lasciava scoperti solo gli occhi a mandorla, mentre nella mano destra impugnava un’arma scura e più lunga di una pistola.

Per alcuni istanti i due si erano guardati, fissandosi negli occhi, poi “l’uomo” incappucciato si era allontanato in direzione del campo sportivo, nella vicina via San Rocco, accelerando il passo: aveva un’andatura saltellante. Forse è stato proprio quello sguardo a tradire l’assassino. Quello sguardo che la donna si è ricordato di aver già visto tante altre volte, si è ricordato di un ragazzino che frequentava la sua casa, che era amico del fratello. Anche quel ragazzino aveva un’andatura saltellante, si atteggiava tutto e camminava sulle punte, proprio come l’assassino. Ai poliziotti, allora, non è rimasto che mostrare una fotografia di Andrea Corrado alla testimone e lei lo ha riconosciuto senza esitazioni.


“E’ da annotare l’estrema sicurezza - scrive infatti il gip De Luca, denotata dalla donna nel descrivere caratteristiche fisiche specifiche della persona incrociata, poi dimostratesi assolutamente corrispondenti a quelle dell’indagato allorché ella, sin da subito, manifesta di aver incrociato lo sguardo di una persona con particolari fattezze ed atteggiamenti e, all’incirca un’ora dopo, manifesta la convinzione di poter riconoscere la persona; indica, inoltre, la caratteristica andatura del ragazzo, andatura che ella dice di aver riconosciuto anche all’atto dell’incrocio con l’arma in pugno, al pari degli occhi del ragazzo, che ella stessa definisce ‘a mandorla’. Solo a questo punto alla teste viene mostrato l’album fotografico della Polizia, ed allora la donna, oltre a riconoscere un congruo numero di personaggi della frazione Papanice... dichiara di riconoscere, senza ombra di dubbio, il Corrado Andrea”.

C’è poi la testimonianza del marito della Cavallo che dice di aver visto Corrado, nelle ore precedenti al delitto, passare per tre volte a bordo della sua Lancia Y blu attorno alla casa dei genitori di Giuseppe Cavallo, dove il giovane si era fermato a pranzo con la moglie e il bambino.

Tratto di: www.ilcrotonese.it


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