La giustizia non e’ morta. Ela politica? Forse si

 

Inserita il 26/11/2008

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L’importanza dell’inchiesta e l’imbarazzo delle istituzioni
È una di quelle indagini che ti spingono a credere che ancora è possibile battere la trasversalità politico-mafiosa e redere che alla fine si può amministrare giustizia anche nelle zone della Calabria dove questa speranza sembrava persa. Lo iciamo subito e lo diciamosapendo che adesso saranno tanti a cambiare registromentre nei mesi scorsilasciavano sovraesposti i pochi che, nel mondo della politica ed in quello dell’informazione, puntavano l’indice sulla pericolosità della vicenda Europaradiso. Calabriaora rimase sola nella pubblicazione della relazione della Procura nazionale antimafia che, citando un rapporto del Ros, indicava nel clan Aracri lo sponsor mafioso di una operazione benedetta dalla politica locale ed assecondata da larghi strati di quella regionale e nazionale.

Paradosso vuole che per avere pubblicato quella relazione siamo finiti anche a giudizio presso la Procura della Repubblica di Cosenza: il querelante di ieri è l’indagato principe di oggi. Ma questa, direbbe Lucarelli, è un’altra (brutta) storia. Ma è anche una indagine che adesso deve avere come immediata conseguenza altri interventi risoluti da parte delle istituzioni e della politica: cosa è accaduto negli ultimi dieci anni nell’amministrazione comunale di Crotone?

E’ un ente locale ancora democraticamente agibile? E sotto quali insegne milita il Partito democratico crotonese che tiene in giunta e promuove a capogruppo consiliare un personaggio come Pino Mercurio? E’ concepibile che il signor Salvatore Aracri guidi il popolo alla conquista della sala consiliare ed urli ad un Consiglio comunale, quello di Crotone, intimidito oltre misura:
«La seduta è valida, garantisco io»? E che pensare davanti al fatto che si trattava di quello stesso “popolo” che raccoglieva, sotto le insegne di Europaradiso, firme di solidarietà ad un magistrato le cui indagini, evidentemente, venivano (sicuramente in maniera strumentale e nell’inconsapevolezza del magistrato in questione) ritenute utili a togliere di mezzo alcuni politici contrari, tenacemente contrari, a Europaradiso? E’ accettabile che la Regione Calabria dia le autorizzazioni al parco eolico che sta a cuore alla ‘ndrangheta, pure in presenza di un parere contrario dei tecnici dell’amministrazione provinciale, finendo con l’esporre il responsabile di quel procedimento al quale bruciano la macchina due notti dopo?

La magistratura inquirente ha fatto egregiamente, ancora una volta, la sua parte. Lo ha fatto anche esponendosi a rischi fisici enormi, come testimonia il progetto di attentare alla vita del pubblico ministero Pierpaolo Bruni. Adesso tocca ad altri mettersi all’altezza. E qui,
francamente, i primi segnali non sono per nulla incoraggianti: ormai c’è il malvezzo di benedire con fiumi di parole e spreco di aggettivi anche il più banale arresto, eppure ieri non abbiamo registrato altrettanta passione da parte dei notabili politici calabresi. Tranne qualche eccezione, tutti gli altri sembrano paralizzati e restano chiusi in un silenzio che solo eufemisticamente ci fermiamo a definire “imbarazzato”.

Eppure meriterebbero più di un commento gli stralci dell’ordinanza della Dda di Catanzaro
che evidenziano come si presentava ai politici il “capo” dei comitati pro-europaradiso: «Ebbe a presentarsi a me come “Salvatore Aracri di Europadiso”». E che dicono i vertici del Pd davanti alle dichiarazioni dell’imprenditore Pristerà Francesco: «Pur essendo compagno di partito, io e il Mercurio apparteniamo a due correnti diverse, io infatti sono dell’area veltroniana facente capo al coordinatore provinciale Sergio Iritale.

La mia conoscenza con il Mercurio è solo limitata a rapporti di natura politica avuti nel corso del mandato consiliare. Voglio inoltre precisare, ad ulteriore chiarimento che i miei rapporti con il Mercurio non erano stretti, che quando lo stesso è stato eletto capo gruppo del Partito democratico io non ho votato a suo favore».

Tace anche il centrodestra. Più che comprensibile. Leggiamo l’intercettazione del consigliere regionale Dionisio Gallo: «Alla richiesta di Gallo circa l’esito della predetta riunione consiliare, lo Scaramuzzino risponde che vi era stata l’approvazione all’unanimità, poiché nessuno si era permesso di votare contro, vista la presenza dei citati personaggi di Papanice, da lui appellati “il fior fiore di Papanice”».

Anche questi confermano che, ad incitare il folto gruppo di “rappresentanti” di Papanice, vi era Aracri Salvatore, il quale addirittura interrompeva una riunione in corso nell’ufficio del Sindaco durante una sospensione del Consiglio, entrando nel predetto ufficio ed intimando ai partecipanti di riprendere il consiglio senza discutere oltre».

Ecco chi comanda nelle istituzioni calabresi.
Possibile che nessuno ne fosse a conoscenza?

Tacciono i sindacati e le organizzazioni di categoria. Comprensibile, se leggiamo il ritrattino tratto dall’indagine dei magistrati della Dda di Catanzaro: «Un accordo illecito posto in essere da Salerno Fortunato Roberto, presidente della Confcommercio di Crotone e da alcuni sindacati con la Regione Calabria. In particolare si tratterebbe di distrarre alcuni fondi c.d. “strutturali” per poi destinarli alla costruzione delle infrastrutture di Europaradiso.

A dire dell’Aracri la procedura che la Regione Calabria intenderebbe adottare nella citata vicenda sarebbe così articolata: per non restituire i predetti fondi al competente Ministero, poiché inutilizzati, la Regione si sarebbe accordata con Trenitalia e con l’Anas per farsi rilasciare alcune “fatture in preventivo” in modo da far figurare l’avvenuto utilizzo del denaro che verrebbe, in un secondo momento, utilizzato per il predetto scopo».

Tace il governo nazionale. Per forza: «Della conversazione registrata alla progressiva nr. 5216 del 09.11.2005, si evince che la questione viene portata addirittura all’attenzione del ministro Matteoli, che a dire dell’Aracri, lo avrebbe voluto incontrare proprio per discutere delle problematiche in questione». Erano millanterie dell’Aracri? Lo speriamo ma intanto c’è il sospetto che quell’incontro ci sia stato davvero: «Aracri, riferendo dell’esito dell’incontro a Rami Avivi, interlocutore degli imprenditori israeliani, afferma di aver trovato la soluzione, di concerto col ministro Matteoli e con lo staff di quest’ultimo (direttore generale del ministero dr. Cosentino).

Si tratterebbe di riformulare la domanda del Comune, diretta al Ministero, tendente a conoscere l’attuale situazione inerente il vincolo “Zps” posto sulla zona interessata alla costruzione di Europaradiso. Nella fattispecie, a dire dell’Aracri la Regione, per svincolare la zona starebbe aspettando solamente la richiesta che il Ministero farà non appena il Comune avrà corretto la citata richiesta ».

E ricordate le pecore portate sotto la sede della giunta regionale per “convincere” il governatore Agazio Loiero e il suo vice Nicola Adamo (poi defenestrato per via politico-giudiziaria) a non bloccare Europaradiso? Le portò l’ex sindaco Pasquale Senatore, oggi Consigliere regionale per conto de “La Destra” di Storace. Lui credeva molto in Europaradiso, scrivono i pubblici ministeri: «Interesse condiviso non solo dall’ex sindaco Pasquale Senatore, di cui Riganello era la longa manus, ma anche da Franco Sulla, che oltre ad essere Direttore Generale del Comune di Crotone, era ed è il referente ufficiale del summenzionato progetto».

Di questo parlavamo e di questo stiamo parlando. E quando si tentava di spiegarlo all’antimafia danzante e saltellante, sugli improbi fioccavano calunnie ed insulti mentre ai tavoli si raccoglievano firme che oggi sarebbe interessante andare a rileggere e si stampavano manifesti per dire che la “Giustizia era morta”. Purtroppo per loro sbagliavano.

PAOLO POLLICHIENI
Tratto da calabriaora.it


Autore: fausto

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