Inserita il 03/04/2009
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Il 20enne crotonese è ritenuto il killer del 25 marzo 2008
CATANZARO Andrà davanti alla Corte d’assise di Catanzaro Andrea Corrado, 20 anni di Crotone, ritenuto l’autore dell’omicidio di Giuseppe Cavallo, 27 anni, ucciso nel primo pomeriggio del 25 marzo 2008 nella frazione Papanice di Crotone in risposta all'agguato, avvenuto solo due giorni prima, nel quale era stato assassinato il boss Luca Megna ed erano rimaste ferite la moglie e la figlioletta di appena 5 anni. Il gup Antonio Giglio ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata e sostenuta in aula dal sostituto procuratore della Direzione di strettuale antimafia di Catanzaro, Sandro Dolce. Corrado risponderà anche di detenzione e porto in luogo pubblico dell'arma usata per il delitto, nonché del tentato omicidio della moglie e del figlio di 3 anni della vittima, che al momento dell'agguato si trovavano in auto con Giuseppe Cavallo.
La moglie della vittima si è costituita parte civile nel procedimento - anche nell'interesse del figlioletto -, compiendo un gesto che il pm Dolce ha voluto sottolineare in aula, attribuendogli un significato particolarmente importante, dal momento che le costituzioni di parte civile nei processi di mafia sono assai scarse (anche in questo caso, del resto, nessun ente pubblico ha fatto registrare la sua presenza in giudizio).
Corrado, che sarà affiancato dagli avvocati Rotundo e Montesanti, sarà processato dalla Corte d'assise di Catanzaro a partire dal prossimo 10 giugno. L'uomo, nell' aprile del 2008, fu sottoposto dalla squadra mobile di Crotone a fermo come indiziato di delitto, seguito da un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso a suo carico dal giudice distrettuale delle indagini preliminari Adriana Pezzo che, su richiesta del pm Dolce.
Gli elementi raccolti consentirebbero agli inquirenti di collocare la figura di Corrado nella cosca capeggiata da Luca Megna, in contrasto con quella guidata da Leo Ruscelli, nonché di identificarlo come il presunto autore dell'omicidio di Cavallo. In particolare, alla testimonianza della sorella della vittima, che nei momenti successivi al delitto vide un giovane con un'arma in pugno riconoscendolo poi come Andrea Corrado, si aggiunsero le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Luigi Bonaventura e Vincenzo Marino, raccolte pochi giorni dopo l'agguato dagli investigatori della Mobile di Crotone, titolari delle indagini sulla faida di Papanice con i colleghi della squadra mobile di Catanzaro, coordinati dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato.
Gm
Tratto da calabriaora.it
Autore: Fausto
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