Domiciliari dopo la condanna per l’arsenale del clan nonostante la vicina maxisentenza

 

Inserita il 24/01/2010

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IL TRIBUNALE penale di Crotoneha concesso ieri gli arresti domiciliari al presunto magazziniere della cosca di Papanice, Rocco Aracri,26 anni,condannato nel dicembre scorso a sei anni di reclusione per un arsenale ritenuto nella sua disponibilità e considerato l'uomo di fiducia del presunto boss scissionista Leo Russelli, al quale faceva da autista.

Per la detenzione illegale delle armi, con l'aggravante del metodo mafioso, il giovane era stato arrestato nel maggio 2008. I giudici hanno accolto l'istanza dell'avvocato Sergio Rotundo che ha puntato sul venir meno delle esigenze cautelari essendo trascorsi quasi di due anni di custodia in carcere per il suo assistito.

Una decisione che lascia perplessi gli ambienti investigativi tanto più che il prossimo 4 febbraioè prevista la sentenza del maxiprocesso Herakles, a carico di 91 imputatiche hanno scelto il rito abbreviato: su Aracri, in questo procedimento grava una richiesta di condanna a 15 anni avanzata dal pm Pierpaolo Bruni per associazione mafiosa, estorsioni, droga. Otto anni per mafia, due episodi di estorsioni e traffico di stupefacenti sono stati chiesti per un altro imputato di spicco, Guglielmo Bonaventura, per il quale, sempre ieri, l'avvocato Rotundo ha ottenuto i domiciliari.

Tornando ad Aracri, lo scorso ottobre la sua impresa individuale, due auto Bmw e due autocarri gli erano stati sequestrati nell'ambito dell'operazione Dirty Investments, prosecuzione dell'operazione Perseus (sfociata nel processo Herakles) sotto il profilo patrimoniale. Da intercettazioni risulta che Aracri avrebbe asfaltato l’area vicino casa di Luca Megna, il boss ucciso la vigilia di Pasqua del 2008, per favorire la fuga del commando.

a.a.
tratto da ilquotidianodellacalabria.it


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